VILLAINS #1-7

VITA DA SUPER-CRIMINALE

 

 

"Ever tried, ever failed, no matter,

try again, fail again, fail better."

(Sempre provato, sempre fallito, non importa,

prova ancora, fallisci ancora, fallisci meglio)

Beckett

 

 

Chi non ha mai seguito una storia tifando per il cattivo ? Chi non ha mai sperato che, per una volta, quel criminale fallito provasse una volta per tutte quanto valeva ? Chi non si è mai chiesto, almeno una volta, cosa facessero i super-criminali quando non erano in servizio, oppure a cosa stavano pensando mentre lo erano ?

Liberi da molte delle regole infrangibili che valgono per i loro avversari, i super-criminali sono il sale di qualsiasi serie e a volte sono addirittura più amati dei protagonisti.

Da qui la nascita di una testata il cui protagonista sia proprio un super-criminale alle prime armi, che si muova in questo mondo clandestino e che scali tutte le tappe per avere successo in questo strano campo.

Così nasce la prima serie Marvel IT dedicata ad un personaggio nuovo di zecca, Switch (ancora grazie a Mickey per aver inconsapevolmente trovato un nome così semplice ma d’effetto).

Buona lettura. Ma mi raccomando; se ve lo chiedono, io non ho visto niente.

 

 

 

VILLAINS  #1

 

SONO SOLO AFFARI

 

Non so bene perché sto scrivendo. Non ho mai tenuto un diario, non ho la costanza per trascrivere tutto quello che faccio. E poi i diari sono cose che possono fregarti, quando fai una vita come la mia. Il mio nome è Edward Freeman e sono un criminale. Non pensate nemmeno di prendermi in giro per il mio cognome. Significa “uomo libero”, ma se foste stati in prigione per tanto tempo come me, non trovereste divertente la battuta del secondino. Non che sia stato degli anni in prigione; c’è chi se la passa peggio di me. Ma quando esci di prigione sembrano sempre passati degli anni. L’ultima volta che sono stato in prigione (e spero che sia stata l’ultima in tutti i sensi) ne sono uscito su cauzione.

Scoprii presto che a pagarmela era stato un certo Dottor Becket, un tizio di cui non avevo mai sentito parlare. Mi arrivò un suo messaggio in cui mi chiedeva di incontrarlo in un magazzino abbandonato sull’Hudson. Ovviamente lo sanno tutti che non esistono magazzini abbandonati sull’Hudson. O almeno, non per molto: qualcuno se ne appropria sempre, per vie legali o meno. La zona non era esattamente il posto dove portare la famiglia, quindi le vie erano decisamente non legali.

L’entrata era chiusa, ed un uomo dall’interno mi disse “Chi controlla la tecnologia…” a cui io risposi “…controlla il mondo”, che era la parola d’ordine che mi aveva dato.

Aprì la porta e mi tirò dentro. Il magazzino era veramente abbandonato. A farmi entrare era stato il Dottor Albert Becket, un uomo sulla quarantina con un camice bianco. Mi sono sempre chiesto a che servono quei camici bianchi.

-Non tentare mosse avventate su di me. Sono armato.

-Come sa che non lo sono anch’io?

Sorrise indicandomi un piccolo apparecchio vicino all’entrata. Mi fece strada per una porta del tutto anonima del magazzino, oltre la quale c’era un piccolo ascensore decisamente anomalo.

Una volta entrati, senza che Becket dicesse o facesse niente, l’ascensore scese per quattro o cinque piani.

 

Una volta arrivati entrammo in un grande laboratorio, pieno di strumenti che non avevo mai visto.

-Che razza di posto è questo?

-E’ un laboratorio A.I.M abbandonato. Sai che cos’è l’A.I.M ?

-E’ una specie di organizzazione di super-scienziati. Avanzate Invenzioni Meccaniche o qualcosa del genere…

-Avanzate Idee Meccaniche- mi corresse con disappunto- siamo a un isolato da un magazzino A.I.M recentemente distrutto dai Vendicatori e dai New Warriors. Il magazzino è stato setacciato da cima a fondo, ma a nessuno è venuto in mente di controllare i dintorni. L’A.I.M preferisce non rischiare più del necessario ed ha abbandonato questa base, considerata compromessa.

-Wow…ed io che c’entro con tutto questo?

-Signor Freeman, lei è stato complice di sette rapine in banca, ma non è mai stato accusato formalmente. E’ stato arrestato più volte per crimini minori, ma mai per i suoi colpi.

-Tre erano solo tentate rapine. Dove vuole arrivare? Che cosa vuole che faccia per pagare il mio debito con lei?

-Mi lasci spiegare. Probabilmente si sarà chiesto come faccio a sapere così tante cose sull’A.I.M. Sono stato un agente dell’A.I.M, uno dei migliori. Mi hanno recentemente licenziato per la mia incapacità di produrre un nuovo Cubo Cosmico. Ancora oggi non capisco cosa possa aver sbagliato, tutti i miei calcoli erano giusti. Si sarebbe dovuto creare un Cubo Cosmico…

-Senta dottore, non ho idea di cosa sia un Cubo Comico e non mi interessa. Cosa vuole da me?

-L’A.I.M è recentemente entrata in un periodo di grossi guai finanziarie così ha licenziato molti dei suoi scienziati. Ma questa base era ancora utilizzabile, e l’ho rimessa in funzione. Ho continuato le mie ricerche, ed ora posso riscattarmi agli occhi dell’A.I.M. Potrebbero addirittura fare di me il nuovo Scienziato Supremo. Ma per fare ciò ho bisogno di un volontario, ed ho scelto lei.

-Un volontario per cosa?

-Per ricevere il potere. I miei principali studi riguardano le dimensioni parallele. Dopo attenti studi ho trovato il modo di conferire ad un essere umano il potere di controllare le energie della dimensione da cui proviene la cosiddetta Forza Oscura. Sa di che si tratta?

-Per me sono tutte chiacchiere da Guerre Stellari. Che ci guadagno?

-Il potere di controllare l’oscurità. Lei diverrà tutt’uno con le ombre, avendone il totale controllo. E per fare questo, chi meglio di lei? Il rapinatore mai catturato?

-Non mi convince. Se è capace di fare questo, perché non lo fa su di lei?

-Semplicemente perché non sono stupido. Il procedimento ha minime possibilità di fallire.

-Quante?

-Ho calcolato un 5% di possibilità che l’esposizione possa privare il soggetto della vista.

-Cosa ?!? No dottore mi dispiace, niente da fare.

-Lei ha ben poco da scegliere- estrasse una strana pistola- ho le prove del suo coinvolgimento in numerosi crimini. Posso darle alla polizia. Mi creda, le conviene accettare.

 

Avevo poca scelta, ma forse tutto considerato avrei accettato. Sì, da cieco avrei fatto poca carriera. Ma non me ne restava molta. Diciamo la verità, come ladro non sono un granché. Sì, non mi hanno mai preso, ma il merito è dei miei capi. Avere questo potere, però…vivere a New York City ti fa osservare il potere ogni giorno. I newyorkesi vedono Thor volare in cielo, sicuro, potente, senza preoccupazioni, e lo invidiano. Ma imparano presto a temere il potere. Ero in strada il giorno in cui Galactus attaccò i Fantastici Quattro, ero sotto di lui quando cadde e si fermò a mezz’aria. Lui ci trattava come formiche. I giornali dissero che era finto, ma io sapevo che era vero. Era un gigante arrivato per mostrarci la nostra debolezza. Da quel giorno non volli più essere come uno degli eroi, ma invidiavo i Fantastici Quattro perché avevano il potere.

Loro contavano, loro potevano fare la differenza. E da allora volli essere padrone del mio destino.

 

Non pensi a tutte queste cose quando hai una pistola che può abbattere una casa puntata contro.

Entrai nella strana cabina dove il dottore mi legò gambe e braccia a delle specie di super-manette futuristiche e mi applicò dei diodi (o come diavolo si chiamano) sulla fronte. Non so come stesse gestendo la situazione, ma lo sentivo parlare.

-Le sonde dimensionali hanno superato la barriera. I segni vitali sono stabili. L’alteratore genetico di Zola è a posto. Interfaccia telepatica pronta. Spero che i soldi che ho dato al dottor Ohnn per avere i suoi vecchi dati su Cloack e su di sé non siano stati uno spreco…Si va.

Abbassò una leva ed io iniziai a sentire freddo. Non avevo mai sentito freddo in quel modo, era come se mi avessero congelato le ossa. Le luci si abbassarono e guardando il mio corpo vidi che era del tutto nero. Non so quanto rimasi in quello stato. Non so neanche cosa pensai, o se pensai.

Sentii una mano sul petto e persi del tutto conoscenza.

 

Fu il dottor Becket a svegliarmi. Per prima cosa mi guardai le mani: non erano più nere. Stranamente solo dopo realizzai che non ero diventato cieco.

-Ha…ha funzionato, dottore?

-Non c’è ancora modo di saperlo. Mi vedi?

-Sì, non sono cieco…anche se tutta questa luce mi dà fastidio…

-Le luci sono della stessa intensità di prima. Questo cambiamento è incoraggiante.

Mi aiutò ad alzarmi in piedi. Ero stato meglio, ma tutto sommato ero in forma.

-Prova a fare qualcosa.

-Che vuole dire “prova a fare qualcosa” ?!?

-Prova ad azionare il tuo potere.

-E come faccio?

-Che ne so? Non ho mai avuto un potere da attivare io!

-Neanch’io!

-Molti possessori della Forza Oscura creano oggetti. Prova visualizzarne uno e concentrati.

Pensai a creare alcuni oggetti semplici come cubi o sfere per quasi dieci minuti. Senza risultati. Stanco, mi appoggiai al tavolo da lavoro più vicino. Becket mi chiese di andare in un altro punto del magazzino perché mi esaminasse con una sua macchina. Dopo aver pensato di andarci mi ci ritrovai senza essermi mosso, tavolo compreso.

 

Passammo un giorno intero a cercare di capire quali fossero le mie abilità. Becket tirò le somme.

-A quanto pare non abbiamo penetrato la dimensione che volevamo, ma sembri in grado di sfruttarne alcune proprietà. Sei in grado di creare dei portali di forza oscura, attraversandoli come se fossero delle porte. Per ora sei riuscito a creare solo un portale di entrata ed uno di uscita, ma non escludo che col tempo tu possa fare di meglio.

-E allora l’altro teletrasporto? Quello cosa c’entra con la Forza Oscura?

Non avrei mai creduto di dire una frase del genere. Immagino che una volta avuto a che fare con l’impossibile sia più semplice accettarlo.

-Non saprei. Forse passi attraverso quella dimensione. Comunque puoi teletrasportarti all’istante in un raggio di almeno cinquecento metri, e puoi portare con te qualunque cosa tocchi.

 

Quella notte dormii in una piccola stanza vicina al laboratorio. Mi recai nel laboratorio con un paio di occhiali da sole che avevo con me. La luce mi dava molto più fastidio di un tempo, ma non me ne preoccupavo più di tanto. Una volta arrivato mi resi conto che avrei potuto arrivarci tramite uno dei miei portali. Sono le piccole cose a farti rendere conto dei cambiamenti.

Il dottore stava lavorando su di una tuta ricoperta di piccoli aggeggi elettronici.

-Salve doc. Che cos’è quello?

-E’ il tuo costume.

-Il mio costume? E a che mi serve?

-Contiene dei sensori che mi rivelano la tua posizione e un sistema per comunicare a distanza. E’ anche invisibile ai raggi infrarossi ed ha un sistema di respirazione interno di un minuto di autonomia.

-Ed ha creato tutto stanotte?

-La maggior parte è stata adattata da un’uniforme A.I.M.

-Come quella gialla là in fondo?

-Sì, quella era la mia uniforme. Funzionale, anche se l’elmetto impedisce la visione laterale.

Forse avrei dovuto essere arrabbiato con il dottore per avermi minacciato il giorno prima, ma io ero nuovo in quell’ambiente e nel caso in cui i miei poteri avessero avuto dei problemi lui sarebbe stato l’unico a poterli risolvere.

-E come sarebbe una volta ultimato?

Mi indicò il disegno sul tavolo. La tuta sembrava una semplice uniforme attillata, con in più una maschera come quella dell’Uomo Ragno, anche se con le lenti grandi quanto un uomo normale.

La tuta era verde, tranne nei guanti e sotto le ginocchia, dove era viola.

-Non vi assumono per le vostre qualità artistiche, vero?

-E’ un costume da super-criminale. Deve notarsi, e verde e viola sono un classico.

Super-criminale. Non avevo ancora pensato a me stesso in quei termini.

-Io sono un ladro, dottore. Non sono abituato a vestirmi in modo da farmi notare troppo durante un colpo. E detesto il viola.

-Uhmmm…potremmo farla gialla per omaggiare l’A.I.M…

-Come prima cosa io non faccio parte dell’A.I.M, e nemmeno tu per ora. E poi che missione mi assegneresti?

-Queste apparecchiature costano molto, ed ho coperto solo in parte i miei debiti. Non sei ancora in grado di scontrarti con super-esseri, quindi inizierai facendo quello che sai fare: rapinando una banca.

-Bene, anch’io ho qualche debito da pagare. E con questi poteri sarà facile rapinare una banca.

-Ti manca solo un nome ed un costume adeguato.

-Lascio decidere a te il nome se facciamo nero il costume. Si adatta ai miei poteri ed è più pratico.

 

Becket se ne uscì con almeno dieci nomi. Ricordo Door, Teleporter, Transporter, Beam…vi risparmio gli altri. Il nome più decente che trovò fu Switch, e per evitare di sentirne degli altri accettai. A dire la verità lui aveva proposto Switch-Man. L’A.I.M ha un serio bisogno di creativi.

Comunque il giorno dopo ero pronto al colpo. Niente di eclatante…si trattava di entrare nel caveau di una banca e di rubare tutto. Scelsi una banca che avevo rapinato tempo prima perché ero stato nel caveau. Sembra che io possa teleportarmi oltre i cinquecento metri solo se sono già stato in quel posto. Fu un gioco da ragazzi. Il costume impediva agli allarmi di scattare. Ovviamente la telecamera mi inquadrò, ma mi bastò toccare i soldi e pensare di essere alla base.

Il giorno dopo ero su tutti i giornali e le immagini del furto passarono più e più volte in televisione. La mia fama durò solo quel giorno, dato che ci furono altri criminali. La cosa non fa notizia a New York. Ero entusiasta del colpo. Pagai tutti i miei debiti e Becket saldò i suoi. E’ il sogno di ogni ladro di banca: poter entrare nel caveau e rubare tutto in un secondo.

Ma era una banca piccola e i soldi durarono poco. Organizzammo un altro colpo al più presto. “Organizzammo” è un po’ troppo, a dire la verità. Scegliemmo una banca e basta.

 

Il secondo crimine fu un po’ più difficile. Stavolta lo feci di giorno. Sapevo che era stupido, ma è come fare entrare un bambino in un negozio di dolci e dirgli di non mangiare niente fino al giorno dopo. Stavolta il caveau era vuoto. Avevano trasferito tutto. Sul momento pensai che fosse per evitare che li rapinassi, ma è più probabile che avrebbero trasferito tutto lo stesso.

Ero stato di persona in due soli caveau a New York. E già che ero lì, tanto valeva fare qualcosa. Il costume aveva una fondina con una pistola A.I.M, dodici colpi. Ognuno in grado di abbattere un muro.

 

Mi teleportai dentro la banca ed entrassi la pistola.

-Mani in alto, questa è una rapina !

Buffo quanto ti tremi la voce quando lo dici. Per fortuna il costume distorceva la mia voce quel tanto che bastava a non farmi identificare (non si sa mai).

I newyorkesi ci sono abituati. Alzarono le mani e le misero dietro la testa. C’era anche un bambino di meno di sette anni. Non pianse, non disse nulla alla madre. Mi guardò e mi sorrise.

Solo a New York.

Mi avvicinai ad un impiegato e gli puntai contro la pistola.

-Prendi una borsa e mettici dentro tutti i soldi che hai. Muoviti ! E non provare a far scattare l’allarme !

Non si scompose nemmeno. Guardò la pistola e mi disse:

-Quella non è una pistola vera, signore.

Odio quelli che fanno gli spiritosi quando li minaccio. Sparai un colpo contro il muro, facendo un buco di almeno un metro di diametro. Solo allora capii quanto fosse stupido attirare così l’attenzione, ma non lo feci vedere. L’impiegato prese i soldi e chiese a una collega di trovare una borsa.

-Non è molto esperto di queste cose, vero? Non si è portato una borsa.

-Vuoi fare la fine del muro?

 

Non ero abituato a rapinare senza un piano. Non volevo metterci troppo tempo, così chiesi ad ogni cliente di darmi tutti i soldi che aveva. L’impiegato ci stava mettendo troppo.

-Dottore, com’è la situazione?

-Perché non sei nel caveau?

-Con chi sta parlando?

-Io sono il rapinatore e tu una vittima. Stai zitta, okay?

-Qualche problema, Edward?

-Il caveau era vuoto, sto rapinando la banca. Sai se hanno dato l’allarme?

-No, nessun allarme.

-Bene. Tu! A che punto sei con quella borsa?

Dalla porta principale entrò un ragazzo biondo sui diciotto anni. Una volta vista la situazione si bloccò un secondo, ed io gli ordinai di stare fermo. Lui uscì di corsa ed io sparai alla porta.

Capii subito di essere un idiota. Se la polizia non era stata allertata dal rumore dello sparo di prima lo sarebbe stata per la porta. Andai a prendere il mio bottino quando sentii una voce proveniente da fuori.

-Ehi uomo nero, non ti hanno insegnato a stare in fila in banca?

All’interno della banca rimbalzò Speedball, un super-eroe di serie B. Rimbalzò per tutta la stanza, ed io lo guardai rimbalzare. So che avrei dovuto fare qualcosa, ma provate voi a pensare lucidamente quando c’è un ragazzo emana bolle colorate mentre rimbalza intorno a voi continuando a parlare.

 

Mi rimbalzò addosso facendomi cadere, per poi colpirmi altre due volte con un pugno. Lasciai cadere la borsa con i soldi dei clienti ed alzai una mano, creando un portale sulla sua traiettoria.

Ci cadde dentro dicendo un “ma che cavolo” o qualcosa del genere. Lo avevo spedito nel caveau chiuso. Non sarà stata un’idea geniale, ma era il mio primo uso dei poteri in azione.

Solo che mi dimenticai che i portali possono essere percorsi in entrambe le direzioni. Speedball rimbalzò di nuovo nella stanza e mi rimbalzò intorno ancora.

-Bel trucco, senza nome, ma avresti fatto meglio a chiudere la porta !

Era il mio momento. Dovevo solo rispondere alla sua battuta, inventarmi qualcosa per sconfiggerlo e prendere i soldi. Potevo vincere. Sapevo già cosa fare: rispedirlo nel caveau e sparargli una raffica di colpi. In uno spazio chiuso non li avrebbe evitati.

Sto scrivendo queste cose perché un giorno sarò nella serie A dei criminali, e qualunque scrittore pagherà questa storia come oro. Potrei scrivere che Speedball mi ha fermato prima che mettessi in pratica il mio piano. Ma c’erano delle persone quel giorno e prima o poi mi sbugiarderebbero.

La verità è che non attaccai perché stavo pensando alla mia risposta. La mia prima minaccia ad un super-eroe! Avrei potuto dire che quelle erano state le ultime parole che aveva sentito prima che lo uccidessi. Nel pensare tutto questo dissi solo un timido “Mi chiamo Switch e…” prima che li mi colpisse con un pugno in faccia.

 

Avevo in mano la pistola e cadendo per il colpo premetti il grilletto. Speedball fu colpito in pieno ed iniziò a rimbalzare ad una velocità incredibile. Più tardi Becket mi disse che la pistola lanciava razzi concussivi, e che quindi avevo in pratica dato a Speedball energia cinetica, quello che fa funzionare i suoi poteri. Allora mi venne in mente cosa fare: mentre Speedball era dall’altra parte della stanza creai il portale più grande che riuscii a fare ed aspettai che ci entrasse. Finì nel caveau, ed io chiusi il portale. Alzai le mani e esultai per la vittoria. I miei quindici secondi di gloria.

 

-Io sono Switch, signore del teletrasporto! Niente può fermarmi !

Sembrava stupido anche a me mentre lo dicevo, ma non importava. Non per molto, almeno.

Sentii un gran fracasso provenire dal punto in cui sapevo esserci il caveau. Presi la borsa con i soldi dei clienti e quella ell’impiegato e mi teleportai davanti al caveau.

Era come trovarsi nell’epicentro di un terremoto. Per un attimo ebbi l’impressione che tutto l’edifico tremasse. Poi la porta del caveau fu bucata da un corpo umano che si proiettò a velocità pazzesca oltre i muri. Intuii che il rimbalzare in uno spazio chiuso aveva dato a Speedball abbastanza forza cinetica da sfondare il caveau.

-Edward, teleportati alla base.

-Niente da fare, dottore. Non voglio fare la figura del fesso al primo colpo.

Creai un piccolo portale per la base e ci lanciai le borse. Un attimo dopo fui colpito di nuovo da Speedball.

-Non è stato piacevole, sai? Vediamo se a te piace !

Avevo pensato che non fosse in grado di controllare i suoi rimbalzi, ma lo era eccome. Non mi diede un secondo di tregua. L’imbottitura del costume era del tutto inutile a quel punto. Sentivo diverse sirene in lontananza.

Presi la pistola ma Speedball mi colpì al braccio, facendomela cadere. Un altro rimbalzo mi fece perdere i sensi. Non so quanto rimasi svenuto, non molto credo. Mi svegliai a causa della scossa elettrica che Becket mi aveva trasmetto. Era un metodo per non farmi catturare. Quando obiettai mi disse che il progetto originale A.I.M prevedeva una scarica in grado di fulminare un uomo.

Mi teleportai all’istante alla base. Becket non fu affatto contento della mia perdita della pistola, ma la vista dei soldi non lo fece lamentare di meno.

 

Avrei dovuto essere contento, dopotutto. Avevo preso un mucchio di soldi, in fin dei conti. Ma ero anche stato battuto dal super-eroe più debole di New York.

Insomma, se uno è sconfitto da Capitan America o da Iron Man può sempre fare bella figura. Quando in prigione dissi che era stato l’Uomo Ragno a fregarmi mi rispettarono. Il ragno ce ne ha spediti tanti, lo so, ma è comunque una cosa che conta. Specialmente se sei durato più di dieci secondi. Ma Speedball?

Ma soprattutto ero scontento di me. Quello che mi era sempre piaciuto del mio modo di lavorare era la mia sicurezza. Nervi d’acciaio. Nello scontro invece non avevo la minima idea di cosa fare.

Nonostante tutto in fin dei conti mi era piaciuto. Quando si inizia questo mestiere lo si fa per due ragioni: i soldi e il brivido. E scontrarsi con un super-eroe è il brivido maggiore.

Capisco perché per molti è difficile smettere. E’ uno scontro di nervi, di personalità. Vince chi è più deciso. Solo due persone, una battaglia che perde il suo significato originario. Ti senti più grande che mai, un personaggio mitologico in uno scontro titanico. Sì, lo so che era solo Speedball. Ma per un secondo, in qualche modo, io non ero più un tizio che voleva dei soldi. Era come avere uno scopo. Alcuni direbbero uno scopo sbagliato.

Chi se ne frega. Per me, sono solo affari.

 

 

VILLAINS #2

 

ANCHE UN GATTO PUO’ GUARDARE UN RE

(“A cat may look at a king”, proverbio inglese)

 

 

Chi fa il mio mestiere generalmente non dorme sonni tranquilli, e soprattutto non è abbastanza saggio da restarsene a letto. Avere il potere di essere dove si vuole sicuramente non incoraggia a restarsene in un posto a lungo, e quindi alla velocità del pensiero mi ritrovai sul World Trade Center a guardare la città. Alle tre di notte. Deserto, ovviamente.

So che è stupido usare i propri poteri senza il costume, ma chi può riconoscerti sulla cima di un grattacielo alle tre di notte ? Sareste sorpresi di sapere quante persone possono, a New York.

In lontananza si vedeva una scia di fuoco. La Torcia Umana, probabilmente; la scia era diretta al porto, ultima abitazione dei Fantastici Quattro. Probabilmente non è quello che vi aspettereste di leggere nel diario di un super-criminale, vero? Ma quel colpo di testa alle tre di notte ebbe conseguenze fondamentali nei giorni seguenti.

Non tanto per via della Torcia. Non potrebbe importarmi di meno di lui. Per la Cosa.

 

Mio padre era di Yancy Street. La Cosa, o meglio Ben Grimm, è famoso là. Yancy Street è diventata un po’ la macchietta di New York negli ultimi anni, ma lì la vita non è facile. Non è Harlem, ma anche noi abbiamo i nostri problemi. E Ben Grimm ne è uscito. E’ andato all’università, è diventato un astronauta e poi uno dei maggiori super-eroi del pianeta. Io invece non ho mai combinato niente d’importante. Sono solo diventato un ladruncolo. Forse speravo di riuscire a rubare abbastanza soldi da dimenticarmi le mie origini. O qualcosa del genere. Non sono mica uno strizzacervelli. Comunque ora potevo fare davvero qualcosa. E qual era stata la mia scelta? Essere un ladruncolo. Fa pensare, vero ? Ma non sono neanche un filosofo.

E poi non compreranno mai la mia autobiografia se la infarcisco di cretinate del genere. Mica sono uno scrittore, io.

 

Tornai a letto e dimenticai la faccenda. Il giorno dopo il dottor Becket non era particolarmente contento dei risultati raggiunti dal suo esperimento. Mi aveva dato i poteri per poter riprendere il suo posto nell’A.I.M, ma tutto quello che ero riuscito a fare era rapinare una banca e mezza e farmi battere da Speedball. Sono cose che contano, nell’ambiente che frequento io, e se non fossi stato mascherato me ne sarei già vantato con i miei ex-complici. Ma è un po’ poco per farsi eleggere Superscienziato Supremo o come cavolo si fanno chiamare i capi di quel gruppo di decerebrati. Se fossero così intelligenti non indosserebbero tute gialle ed elmetti a forma di secchiello, no?

-Dove sei stato stanotte, Freeman ?

-Come fai a sapere che sono uscito?

-Ci sono rilevatori in tutta la base. Hanno rilevato un tuo teletrasporto.

-Sono uscito a schiarirmi le idee. Qualche problema?

-La prossima volta porta con te il costume, per precauzione. Oggi hai un altro colpo.

-Così presto?

-Ho bisogno di soldi per comprare le attrezzature di cui ho bisogno per il mio prossimo piano. Ho trovato la mappa del percorso di un furgone portavalori che oggi pomeriggio passerà per…

-In pieno giorno?

-Non ha importanza. Stamattina installerai un apparecchio di mia invenzione al secondo dei due semafori per dove passa il furgone. L’apparecchio farà diventare rosso il semaforo al mio comando, al che tu entrerai nel furgone e ruberai tutto.

-Dovresti brevettare quell’aggeggio. Andrebbe a ruba.

-L’ho brevettato, infatti.

-Ex agenti dell’A.I.M all’ufficio brevetti?

 

Ero nervoso. Era un colpo facilissimo, ma ero nervoso. Perché? E’ una cosa che ti senti nelle ossa, dopo aver fatto un certo numero di colpi. Lo senti, quando fallirai. Ma non desisti mai.

Aspettavo su un marciapiede vicino al semaforo. Al momento giusto mi sarei teleportato. Qualcuno mi avrebbe notato, ma non mi avrebbe riconosciuto. Becket mi aveva dato un aggeggio che mi faceva sembrare un altro anche se avevo il costume. Ologrammi o qualcosa del genere. Guardai l’orologio. Sì è stupido tenere un orologio su un costume da super-criminale, ma altrimenti come si fa a sapere quando agire? Sono cose che non si calcolano se non sei del giro. Credo.

Erano le 15.06, e secondo Becket il furgone si sarebbe fermato alle 15.10. Come faceva a saperlo? E chi lo sa. E soprattutto chi se ne frega. Mi si mise davanti un barbone che mi chiese se avevo spiccioli. Gli dissi di no e guardai di nuovo l’orologio.

Lui notò che avevo un portafoglio e mi chiese ancora gli spiccioli. Io non avevo un portafoglio, ma l’immagine olografica sì. Faceva caldo, ero nervoso ed odio i barboni. Gli diedi una spinta facendolo cadere a terra malamente.

Nelle vicinanze c’era un ragazzo sui venticinque che mi urlò qualcosa tipo “ehi, tu”. Erano le 15.07.

Mi si avvicinò ed arrabbiato si mise a farmi la predica, cose sul rispetto dei meno fortunati e stronzate simili. Cercai di liberarmene senza troppa convinzione. Forse lo avrei tenuto impegnato fino al momento in cui dovevo sparire. Erano ancora le 15.07, però. Poco dopo venimmo alle mani, e gli diedi un pugno. Ora non dico di essere un grande lottatore, ma generalmente quando do un pugno a qualcuno quello cade. Invece mi sembrò di aver dato un pugno a un muro.

Scappai ma lui in un attimo mi afferrò per il braccio, e sentì qualcosa di diverso da quello che l’ologramma gli faceva credere.

Avevo ben poche scelte. Creai un portale sotto i suoi piedi e lui vi cadde. Richiusi subito il portale. Mentre pensavo a quel tipo sul molo e constatavo che erano le 15.08, sento un fischio acuto e mi volto per vedere di che si tratta.

Davanti a me c’è un ragazzo della stessa corporatura di quello di prima, in costume giallo e blu con tre stelle sul petto. Lo riconobbi dall’elmetto o come diavolo si chiama. Era Nova. Me lo sentivo che non era giornata.

 

Accantonai subito il pensiero di convincerlo che non ero nessuno. Disattivai l’ologramma ed ignorando le proteste di Becket via radio estrassi la pistola. O almeno pensai di farlo. Non avevo più la pistola, persa nel primo colpo.

-Bene bene bene. E tu chi saresti, l’uomo nero?

-Sono Switch…e non ho molta pazienza con i New Warriors, ultimamente.

-Eh?

Tentai lo stesso trucco di prima ma stavolta lui se l’aspettava: rimase sospeso a mezz’aria. Volò verso di me e si imbatté in  un mio portale proprio sulla sua traiettoria. Il portale portava a mezzo centimetro dall’asfalto.

Mentre Becket mi informava che erano le 15.09 l’asfalto esplose nello scontro con il corpo indistruttibile di Nova. Tutto il traffico si fermò, compreso il furgone. Mi ci teletrasportai dentro, dove ad aspettarmi, oltre al denaro, c’erano due poliziotti.

Mi spararono ma i loro colpi rimbalzarono sul costume. Afferrai la pistola di uno dei due e la puntai verso l’altro, mentre le porte del furgone venivano strappate dall’esterno.

Nova doveva aver visto il furgone, sentito gli spari e fatto due più due.

-Stai fermo, idiota, o questo sarà il loro ultimo giorno di lavoro.

Nova sorrise e l’istante dopo non avevo più la pistola in mano e nessun poliziotto su cui puntarla. Aveva usato la sua velocità per metterli al sicuro in meno di un secondo. Mi affrettai a toccare quanto più denaro possibile per trasportarlo con me alla base, ma Nova mi fermò. La sua stretta era d’acciaio.

-Non pensare di andare da nessuna parte, Switch. Non ti lascerò sgusciare in uno di quei portali.

-Davvero? Non mi servono i portali per fuggire!

 

Mi teleportai alla base, ma ero ancora tenuto fermo da Nova. Dato che era a contatto con me era era stato teleportato anche lui. In meno di un secondo tornai sul marciapiede. Perché non nel furgone? E chi si ricorda.

-O forse sì.

-Dove cavolo mi avevi portato? Sembrava una base…

-Hai altro di cui preoccuparti, adesso.

Avevo creato un portale al di sotto di una vicina macchina ed un altro a dieci metri sopra la strada. Nova mi lasciò andare per afferrare al volo la macchina prima che schiacciasse qualche passante, ed io tornai alla base. Avrei potuto tornare nel furgone per prendere i soldi, ma di sicuro Nova sarebbe stato lì un attimo dopo. Odio questi tizi super-veloci.

 

Ovviamente Becket non ne fu molto felice. Mormorò qualcosa sulla mia incapacità di portare a termine una missione facilissima.

-Non fare tanto il capo, Becket. Non credo che ti piacerebbe essere teleportato direttamente in prigione. E poi non credo che il modo migliore di usare i miei poteri sia continuare a fare piccole rapine.

-Credi di essere in grado di fare di più? E va bene. Sai dov’è il Molo Quattro?

-Naturalmente.

-Secondo i miei contatti i Fantastici Quattro mancano da più di tre giorni. Non è raro che il gruppo scompaia per settimane, e questo sembra proprio il caso.

-Mi stai proponendo di rapinare i FQ ?

-Precisamente. Pare che tutta la tecnologia del Four Freedoms Plaza sia stata trasferita nel Molo, ma le sue difese non sono neanche lontanamente paragonabili.

-Non so…stiamo parlando dei FQ. Lo sanno tutti che hanno la tecnologia più avanzata del pianeta.

-Qualche problema, Freeman? Devi solo entrare e prendere tutto quello che riesci a trovare.

-Ma i sistemi di sicurezza mi individueranno subito.

-Non è detto. Installerò un amplificatore d’onda nel tuo sistema di annullamento dei raggi sensori. In questo modo tutte le onde saranno deflesse e non ti individueranno. Questo e l’uso del proiettore di immagini ti renderà totalmente invisibile.

-Se è così semplice perché non me lo hai fatto fare prima?

-C’è un numero enorme di cose che posso non aver previsto. Anche se ho previsto ogni possibilità immaginabile, qualcosa può sempre andare storto. Comunque nel caso ci siano problemi basterà che tu ti teletrasporti di nuovo qui.

-E che te ne fai della tecnologia di Richards? La venderai al migliore offerente?

-Nonostante l’A.I.M sia composto dalle migliori menti del pianeta ed abbia avuto dei contatti con degli extraterrestri, l’esperienza di Richards in questo campo è decisamente superiore. Implementando le sue scoperte l’A.I.M potrà diventare ancora più potente. Ed essendo stato io a…

-Sì, sì, avrai tutta la gloria.

 

Non potevo fare a meno di pensare ad un presagio. Quella stessa notte avevo visto la Torcia (o forse no, visto che a quanto pare non era nei paraggi), ed ora avrei fatto razzia del Molo Quattro.

Credeteci o no, i Fantastici Quattro hanno un’ottima fama persino tra i criminali comuni. Sono i nostri idoli. Abbastanza potenti e furbi da potersene fregare del governo. I Vendicatori sono sempre stati giostrati dai federali come volevano, ma i Fantastici Quattro pensano a se stessi. E cosa importante raramente combattono contro i pesci piccoli. Sì, ogni tanto la Torcia e l’Uomo Ragno sono una spina nel fianco, ma nient’altro. Come ho già detto essendo di Yancy Street ed avendo assistito di persona all’arrivo di Galactus, anche io ho sempre ammirato i FQ.

Certo ultimamente era molto più difficile ammirare i FQ che in passato. Fino a qualche mese fa bastava alzare lo sguardo da mezza New York per vedere l’enorme 4 che sovrastava il Four Freedoms Plaza. Poi i Thunderbolts l’avevano distrutto. E’ una cosa che non gli perdono. Ricordo quando seppi che non erano eroi, ma i Signori del Male. Ed avevano fatto fesso il mondo intero! Distruggere il FFP, però…ma sto divagando.

 

Feci il colpo alle otto di sera. Per fortuna anni prima che il Molo Quattro divenisse una celebrità ero stato da quelle parti, così non ebbi problemi a teleportarmi dentro. Il proiettore di immagini mi rendeva invisibile, e la cosa funzionava: non scattò nessun allarme. Era buio pesto, ma il costume aveva un sistema di visione notturna. Non so cosa farei senza questo costume.

Ad ogni angolo c’era un qualche aggeggio iper-tecnologico…un qualcosa che non sapevo ben identificare. La cosa più stupefacente era la consistenza dei vari metalli che componevano le pareti. A vista erano simili all’acciaio, ma se guardati con attenzione avevano molti strani riflessi. Ebbi l’impressione che niente lì dentro fosse del tutto terrestre. Il posto sembrava molto più grande all’interno Attraversai diverse stanze ed arrivai finalmente davanti ad una porta con la scritta “laboratorio”. Era chiusa, ovviamente, ma mi bastò creare un portale dall’altra parte della porta per entrare. Credo di non aver mai visto niente di più spettacolare all’uscita di uno dei miei portali. Non riuscivo a distinguere l’uso di un solo apparecchio. Il soffitto era coperto di cavi che si collegavano ad uno strano apparecchio dalla forma di una di quelle figure geometriche con vari spigoli.

Mi avvicinai all’apparecchio più vicino e lo toccai, per poterlo riportare alla base. Non ci riuscii: per quanto pensassi alla base non mi muovevo. All’improvviso si accesero le luci e scattò un allarme.

Una voce meccanica ma dal tono leggermente femminile parlò da un altoparlante nascosto:

-Allarme intrusi. Tesseratti interni serrati. Porte di media, alta e massima sicurezza bloccate. Campo nullo azionato. Campo di forza azionato.

 

Non ebbi il tempo di analizzare le parole dell’allarme. Chissà poi a che serve avere un allarme parlante. Da un secondo all’altro mi ritrovai dentro un campo di forza luminoso. Toccai le pareti e sentii la scossa anche attraverso il costume protettivo. Provai a teleportarmi all’esterno ma non ci riuscii. Non c’era spazio per creare un portale davanti a me, così ne creai uno sotto. Vi caddi dentro ed atterrai poco oltre il campo di forza.

-Livello primario non efficiente. Inizializzazione del secondo livello di sicurezza.

Ormai era chiaro che qualcosa nel Molo mi impediva di teleportarmi direttamente, ma i miei portali funzionavano ancora. Potevo crearne uno e tornarmene alla base, ma lo avevo già fatto due volte senza portare niente. E poi quella era soprattutto una sfida a me stesso. Se avessi dimostrato di poter tener testa alla tecnologia dei FQ, avrei dimostrato di valere abbastanza da meritarmi i miei poteri.

Si aprirono numerosi vani alle pareti, da cui uscirono dei dardi tranquillizzanti. Il costume era abbastanza spesso da non permettergli di penetrarlo, ma molti rimasero attaccati. Potevo creare dei portali sotto le apparecchiature, ma dovevo prima valutare se queste avrebbero resistito alla caduta.

- Livello secondario non efficiente. Inizializzazione del terzo livello di sicurezza.

Questa volta dalle pareti uscirono dei raggi energetici. Non sapevo se si trattassero di laser o qualcosa per stordirmi. Creai un portale davanti ad ogni vano, facendo sì che tutti quanti comunicassero tra di loro. Dato il rumore di esplosione capii che non si trattava di armi innocue.

Avevo guadagnato qualche secondo. Per prima cosa creai un portale sotto la Fantasticar, che di sicuro avrebbe resistito. Il problema era che non riconoscevo nient’altro.

-Terzo livello non efficiente. Inizializzazione del quarto livello di sicurezza.

Non avevo voglia di scoprire quale fosse il quarto livello. Creai un portale per la base e vi entrai subito.

 

Non era andata benissimo, ma in fondo non avevo di che lamentarmi. Ero riuscito a rubare la Fantasticar dal quartier generale dei FQ, che diamine ! Speravo di riuscire a sistemare la cosa in fretta. Avevo voglia di festeggiare. Però Becket non sembrava proprio dell’umore giusto.

Era davanti ai suoi soliti monitor e digitava velocemente sulle quattro tastiere che aveva davanti.

-Qualche problema, doc?

-Troppi. Appena sei entrato ho perso il collegamento. Hai portato qualcosa?

Lo dissi con orgoglio.

-Ho rubato la Fantasticar.

-Sbarazzatene.

-Cosa ?!?

-Teleportala nel fiume o in un posto lontano. Muoviti !

-E’ la cosa migliore che abbia mai rubato e tu vuoi che…

-Ci saranno decine di segnalatori, lì dentro…e ci stanno cercando.

-Chi?

-Lo S.H.I.E.L.D. Muoviti !

Creai un portale sotto la Fantasticar e questa cadde direttamente sull’Hudson.

-Come fai a sapere che ci stanno cercando?

-Nella base scoperta dai Vendicatori erano rimasti dei segnalatori, che mi avevano avvertito della presenza di agenti. Ho riconosciuto subito i segnali che mandavano e li ho identificati, ma i codici sono indecifrabili. Evidentemente hanno scoperto che da queste parti c’era più di una base e ci stanno cercando.

-Allora andiamocene, no?

-Tutta la mia strumentazione è qui. E anche se prendessimo quella, ci sono troppi meccanismi che non possono essere tolti.

-Troveremo un’altra base !

-Non una con una posizione così strategica. E poi le nostre impronte sono ovunque. Non sono schedato ma non voglio correre rischi.

-Io sono schedato e me ne frego. Battiamocela finché siamo in tempo !

-Il tempo è una cosa che non abbiamo. Gli agenti sono proprio davanti al magazzino.

-Possono rilevarci?

-No, ho attivato un campo nullo che scherma tutti i nostri segnali.

-Ce n’era uno anche al Molo.

-Il problema è che il nostro scherma solo i segnali di cui conosce la frequenza. Non conosco la frequenza del segnale della Fantasticar, e quelli sarebbero passati.

-E’ un peccato, però…che cavolo, frego i FQ e non posso neanche dimostrarlo…

-Gli agenti stanno sfondando l’entrata del magazzino !

-Non è possibile ! Come fanno a sapere che siamo qui?

-Non lo so, io…cosa sono quei dardi attaccati al tuo costume?

-Dardi tranquillizzanti.

Becket ne estrasse uno e lo aprì per esaminarlo.

-Freeman, idiota…c’è un segnalatore qui dentro! Li hai portati dritti alla base !

Evidentemente Richards aveva previsto persino un ladro teleporta, ed aveva messo nei dardi un segnalatore per poterlo rintracciare nel caso questi fosse fuggito.

Gli agenti trovarono subito l’ascensore, che era in bella vista, e scesero nel laboratorio. Spararono dei raggi che immagino servissero a farci svenire. Il costume resse senza problemi, ma Becket cadde a terra. Mi teleportai alla massima distanza che potevo coprire senza creare un portale. Una volta là mi accorsi di avere solo il costume con me e di essere riconoscibilissimo. Mi teleportai nella mia stanza alla base, afferrai tutti i vestiti che trovai e tornai all’esterno.

 

Presi anche alcuni spiccioli, quanto bastava per pagare uno schifosissimo motel. Solo dopo mi venne in mente che potevo anche non pagare la stanza, bastava svignarmela la mattina seguente.

“Così termina la mia carriera da super-criminale”, pensai. Ero stato un fallimento su tutta la linea. Mi bastava fare un paio di rapine facili all’anno, vendere il costume ed entro due o tre anni sarei vissuto di rendita.

Potreste pensare che mi sia dispiaciuto per Becket o che fossi arrabbiato per aver perso tutti i soldi che avevo rubato di recente…si capisce che non siete del giro. Era stato Becket a mandarmi a rubare ai FQ, ed io avevo fatto un gran lavoro.

Se poi non era in grado di tenersi nascosto, affari suoi. I soldi li avevo persi non appena li avevo rubati. Sapevo che li avrebbe usati Becket. L’unica cosa che mi dispiaceva era il non poter dire a nessuno di aver rubato la Fantasticar.

I Fantastici Quattro sono così al di sopra della gente…vivono in grattacieli fantascientifici, visitano altri pianeti e combattono Galactus… però tutti li adorano, anche se non capiscono del tutto cosa significano.

Come dice il proverbio, anche un gatto può guardare un re. Io non ero niente rispetto ai super-eroi, ma potevo guardarli e credere di contare qualcosa anch’io. E rubando la Fantasticar avevo ribaltato la mia condizione…ora ero al loro livello.

Chi fa il mio mestiere conosce fin troppo bene l’importanza della reputazione. Quello che avevo fatto mi aveva fatto passare da un comune ladro al livello più alto. Se solo avessi potuto farlo sapere…

Poi mi venne in mente che forse lo S.H.I.E.L.D si era accorto del furto e che magari la notizia era trapelata. Accesi la televisione e trovai un telegiornale. Dopo varie notizie trovai quello che mi interessava.

 

-Passiamo alle notizie locali. Ieri pomeriggio alle 15 ingorgo causato dallo scontro tra il membro dei New Warriors Nova ed un nuovo supercriminale, Switch. Il criminale dai poteri di teletrasporto ha tentato di derubare un furgone portavalori, e come vedete dalle immagini ha evitato la cattura scagliando il furgone al di sopra del traffico. Nova ha evitato una tragedia ma non ha potuto catturare Switch. Questa è la seconda apparizione di questo nuovo criminale, che nei giorni passati si era scontrato con un altro membro dei New Warriors, Speedball. Sembra che la giornata di ieri sia stata di particolare interesse per questo criminale, che ieri sera è penetrato nel Molo Quattro mentre i Fantastici Quattro non erano presenti. Switch è stato facilmente fermato dai sistemi di sicurezza interni, riuscendo solo a rubare la vecchia versione della Fantasticar. Il mezzo è stato ritrovato stamattina da agenti S.H.E.L.D nel fiume Hudson. Gli agenti in seguito hanno preso in custodia la Fantasticar e non hanno rilasciato commenti sul motivo della loro presenza. Non ci sono notizie su Switch, ma probabilmente il teleporta avrà capito di aver fatto un salto più lungo della gamba, vero Frank?

-Non credo che i Fantastici Quattro avranno di che preoccuparsi, Anne. Per le notizie di borsa, forte discesa delle azioni Stark-Fujikawa, mentre…

 

Lo speaker fu interrotto dal telefono che avevo gettato contro la televisione, sfasciandola.

-E’ questo che sarei, secondo voi? Un idiota che non riesce a sconfiggere neanche i più incapaci super-eroi? Un cretino che è stato fermato da uno schifoso sistema di sicurezza, una nota a piè pagina delle notizie locali ? E’ per questo che ho accettato di farmi dare i poteri ? E va bene, New York…dimostrerò a te, a Becket e all’A.I.M di che cosa è veramente capace Edward Freeman…e poi vedremo chi riderà ancora di Switch !!

 

 

VILLAINS #3

 

IL PIANO

 

 

Questa storia è stata scritta ed avviene prima della tragedia dell'11 Settembre ed è idealmente dedicata ai newyorkesi,

sperando che tornino alla serenità di prima

 

 

“Provate a mettervi nei miei panni. Volete dimostrare chi siete ad una città che vi crede una mezza tacca. Avete il potere di essere ovunque vogliate, e di trasportare con voi qualunque oggetto. Che fate? Non è una cosa semplice. Certo, un potere così torna molto utile, ma che male puoi fare? Voglio dire, puoi rapire qualcuno o rubare qualcosa, sì, ma questo che dimostra? Che hai il tuo bel potere, e solo quello. Quello che ti ci vuole è un piano.

Pare semplice, per come lo fanno i grandi super-criminali. Raduni un po’ di sgherri, gli dai delle armi super-tecnologiche e li mandi a distrarre l’eroe di turno, mentre con la tua arma invincibile minacci di far saltare la città. Questo è il genere di cose che per il Dottor Destino o il Barone Zemo è una cosa facile. Io non avevo tanti soldi, anzi praticamente non ne avevo.

Potevo rubarli, ammesso di non farmi prendere da qualche super-fesso. Ma dove cavolo avrei trovato quegli sgherri? Ho delle conoscenze nei bassifondi, ma nessuno che manderei contro, che ne so, Capitan America. No, dovevo fare da solo. Il mio problema era non avere una qualche arma con cui minacciare la città.

Pensai di rubare una bomba atomica da qualche base militare perché, diciamolo, le bombe atomiche fanno un sacco di scena. Ora vorrei proprio sapere quanti di voi sanno dove rubare una bomba atomica. E se poi non mi avessero pagato nessun riscatto e gli eroi non mi avessero fermato? Che facevo, saltavo insieme alla bomba? Okay, potevo sempre scappare…ma distruggere una città non ti fa avere rispetto, ma solo paura. Sì, era questo quello che volevo…rispetto. E soldi, naturalmente.

Poi mi venne in mente che, dopotutto, un’arma ce l’avevo. Anzi, ne avevo due. Avevo i miei poteri…ed il mio cervello.

Lasciai il mio motel e mi recai al molo. La base era stata completamente ripulita, o almeno così sembrava dall’esterno. C’erano agenti S.H.I.E.L.D di guardia, anche se non erano in divisa. Probabilmente Becket aveva fatto il mio nome, ma non mi importava. E’ difficile arrestare qualcuno che può svanire a piacimento. E’ l’aspetto che preferisco nell’avere i miei poteri. Quello ed il non dover mai fare più di quattro passi se voglio andare in un posto.

Fu allora che mi venne in mente cosa fare. La soluzione era rubare qualcosa, qualcosa che avrebbe fatto preoccupare molto la città, qualcosa di insostituibile. Sarei diventato “l’uomo che rubò l’Hudson”.

 

Non era difficile, dopotutto. Bastava creare un portale dentro l’Hudson e scaricarne l’acqua da qualche parte. C’erano solo tre punti da sistemare nel mio piano: scoprire qual era il portale più grande che potessi creare, decidere dove scaricare l’acqua e come farmi dare i soldi.

Il primo punto fu risolto abbastanza velocemente. Mi teleportai poco fuori New York e creai il portale più grande. Non potevo sapere quanto fosse grande esattamente, ma penso fosse sui quindici metri. Abbastanza, credo, da poter far scomparire una buona parte del fiume in poco tempo. Potevo calcolare quanto tempo sarebbe servito…calcolando la portata e cose del genere, ma non era così importante. Ne sarebbe scomparsa abbastanza in fretta da far preoccupare chi di dovere.

Il secondo punto era più problematico. Stiamo parlando di un sacco di acqua, qui. Feci una piccola prova: stando sulla riva creai un portale dentro al fiume, senza creare il portale d’uscita. Niente da fare, il portale di comportava come un disco solido. Buono a sapersi, ma di scarsa utilità. Decisi di ributtare tutta quell’acqua a mare. Però l’acqua sarebbe passata dal fiume al mare o dal mare al fiume? Feci una prova con un bicchiere di carta ed una bottiglia d’acqua. A quanto pare il primo portale porta sempre al secondo, ma solo se è dentro un liquido. Provai a mettere una mano in un portale ed una nell’altro, ed in quel caso il portale era, come dire, a doppio senso. Uno non pensa mai a sottigliezze del genere.

Infine rimaneva il problema dei soldi. Bastava chiedere un riscatto. Ovviamente nessuno mi avrebbe preso sul serio, ma poi avrei aperto il portale ed avrebbero accettato. Avremmo stabilito un luogo per la consegna dei soldi, sarei apparso, avrei preso i soldi e mi sarei teleportato al sicuro. Un piano semplice ma efficace.

 

Semplice forse per un sequestratore di professione, ma io ero un rapinatore. Mi ci volle un giorno intero per scrivere una lettera anonima, stando attento a non lasciare impronte. Me lo ricordo ancora, il messaggio diceva:

“Se non mi consegnerete cinquecento milioni di dollari non banconote non segnate in cima all’Empire State Building alle nove di sera di venerdì, creerò un portale nell’ Hudson che lo farà sparire entro pochi giorni. Per ogni giorno di ritardo nel pagamento mi consegnerete altri cento milioni. Switch.”

In un’altra città avrebbero certamente pensato ad uno scherzo, è ovvio. Ma a New York cose del genere capitano sempre, ed avrebbero cercato delle informazioni su Switch. Probabilmente avrebbero anche saputo che ero io, grazie a Becket. Ma che potevano farmi? Era impossibile trovarmi.”

 

-Quindi questa è la situazione, dottor Richards.

-E non avete idea di dove trovare questo “Switch”.

-Purtroppo no. Abbiamo avuto delle informazioni riservate dallo S.H.I.E.L.D, che ci ha comunicato l’identità di questo criminale, ma non abbiamo nessun indizio su dove si trovi.

-Un secondo, Reed…questo Switch non è lo stesso che ha cercato di fregarci la Fantasticar?

-La descrizione corrisponde, Johnny.

-Bah ! Adesso ci tocca anche badare alle mezze tacche…

-Ben, se non fossimo stati via mentre è penetrato nella base avrebbe anche potuto ferire Franklin. Se lo facesse di nuovo…

-Andiamo, Suzie, scommetto che Frankie può sistemarlo con una mano legata dietro la schiena.

-Non ne sarei così sicuro, Ben. Secondo le analisi fatte durante la sua intrusione, Switch è penetrato nella base senza il minimo sforzo.

-E allora ? Il sistema di sicurezza l’ha ributtato fuori, no ?

-Quando l’allarme è scattato si è attivato un campo nullo. Switch è riuscito ad uscire lo stesso, e non avrebbe dovuto esserne in grado. Il campo nullo smorza tutti i tensori dimensionali al suo interno, creando una matrice adattativa che…

-In parole povere, gommolo ?

-Significa che Switch potrebbe essere molto più pericoloso di quanto pensiamo.

 

“La mia foto era già comparsa in alcuni telegiornali, quindi la mia minaccia era stata presa sul serio. Era ora di posizionare il portale nell’oceano, nel caso avessero tentato qualcosa. Mi avvicinai il più possibile alla riva. Decisi di posizionare il portale ad un paio di centinaia di miglia oltre la costa. Non ci ero mai stato fisicamente, quindi non potevo andarci…ma forse potevo creare lo stesso un portale. Non avevo mai tentato una cosa del genere, ma funzionò. Ora c’era un disco nero di quindici metri di diametro, a dieci metri dal livello del mare. Avrebbe come minimo attirato l’attenzione. Guardai l’orologio: mancavano quattro ore alle nove. Tornai sulla riva dell’ Hudson.”

 

-E’ incredibile.

-Spiegati meglio, Reed. Non siamo venuti in mezzo all’oceano solo per sentirti parlare a vanvera.

-So che non ti piace essere circondato dall’acqua, Johnny, ma le mie sono osservazioni serie.

-Allora perché non ce ne parli, Reed ? Siamo qui da mezz’ora e non hai fatto altro che esaminare quel disco.

-Scusami, Susan, credo di essermi fatto trascinare dall’enigma intellettuale posto da questa sostanza. Si tratta essenzialmente di materia oscura, ma non credo che sia solo questo. Generalmente la materia oscura si manifesta come una massa gelatinosa di materia non barionica, ossia non formata da quark e leptoni. La materia oscura può essere solidificata, ma il suo stato naturale è gelatinoso. Questo disco è naturalmente solido, e presenta fluttuazioni quantistiche totalmente anormali. Se solo potessi portarlo nel mio laboratorio…

-Non vedo il problema, Reed.

-In parole povere, credo che Switch non sia un semplice tramite per la dimensione da cui proviene la materia oscura, come sospettavo…credo che sia un portale dimensionale vivente.

-E qual è la differenza ?

-Se la mia teoria è esatta, Switch non preleva energia da un’altra dimensione, ma crea un passaggio tra le due dimensioni. L’energia si trasferisce sempre da un punto con maggiore energia ad uno con minore. In sostanza Switch assorbe costantemente energia dalla nostra dimensione e la trasporta in un’altra…e temo che far passare una quantità tale di materia possa portarlo alla massa critica.

-Che razza di sviluppo rivoltante…

 

“Aspettai sull’Hudson fino alle nove. Nell’ora precedente vidi tutti i super-eroi di New York: Devil salì in cima ad un edificio, rimanendo come in ascolto di qualche cosa, e poi se ne andò. Vidi Nova sorvolare l’Hudson, ed anche quella bionda dei New Warriors, che si tuffò in cerca di qualcosa. Non avrebbero trovato niente perché non c’era niente: dovevo ancora creare il portale. Vidi anche passare l’Uomo Ragno…in effetti mi sembrò di vederne due. Sicuramente c’erano molti super-eroi anche vicino al portale sull’oceano.

Non ero mai stato così fiero di me stesso. Stavo tenendo in scacco l’intera città; tutti i super-eroi cercavano di fermarmi prima che iniziassi a rubare l’Hudson. Se c’erano mai stati dei dubbi sul mio futuro li superai in quel momento. Avete idea di come ci si senta a sentirsi invincibili? Sapete che sensazioni si provano quando siete l’unico a sapere come andranno le cose?

Ed il bello doveva quasi venire. Erano quasi le nove di sera; mi teleportai al motel per prendere il mio costume, sperando che qualche eroe tentasse qualcosa per fermarmi. Perché non aumentare la posta?

 

Al mio arrivo, l’Empire State Building pullulava di poliziotti.

-Avete portato i soldi ?

-Sono in questa valigetta. Ma ho bisogno di sapere se sei veramente Switch.

-Quanti altri sarebbero arrivati teleportandosi, agente…?

-Tenente Stone. Niente dimostrazione, niente soldi.

-Solo a New York…

Cercai di teleportarmi alle sue spalle…ma non ci riuscii. Pensai: “Niente panico, niente panico…” La sensazione che ricevevo quando cercavo di teleportarmi era la stessa che provavo al Molo Quattro. Davanti a me, almeno quindici agenti mi puntarono addosso le loro pistole. Feci un passo indietro, ma sbattei contro un muro…o così pensai: dietro di me c’era un muro invisibile.

Anzi, ero richiuso in un contenitore invisibile; non avevo abbastanza spazio per creare un portale in cui potessi portare.

Quella sensazione, il muro…no, il campo di forza invisibile…avevano chiamato i Fantastici Quattro.

-Sei in arresto, furbone. Grazie, signora Richards.

L’aria vicino al Tenente si fece spessa, facendo apparire dal nulla la Donna Invisibile. Potevo creare un portale sotto di lei, ma si sarebbe fermata con uno dei suoi campi di forza. Lei forse era pronta a qualunque mossa facessi…ma non gli agenti. Creai un portale sotto alcuni di loro, facendoli cadere sopra la Donna Invisibile. Lei si protesse creando un campo di forza, ma la distrazione era sufficiente a far scomparire quello che mi teneva fermo. I poliziotti mi spararono, ma avevo già pronto un portale davanti a me. Stone aveva fatto cadere la valigetta nella confusione, ed io l’afferrai prima di teleportarmi sull’Hudson.

Una volta là constatai che non c’erano soldi all’interno. Con un semplice gesto apri il portale sotto l’Hudson, senza che si notasse niente: non stava scomparendo abbastanza acqua. Ero pronto ad allargare il portale, quando fui afferrato da un braccio malleabile che mi bloccò le braccia.

 

-Tienilo fermo, gommolo, mentre gli dimostro che fine fanno i ladri quando ci siamo noi…

-Dottor Richards, Cosa…forse preferireste occuparvi dell’Hudson.

-Dovresti essere tu a preoccuparti, Switch. Ho analizzato il tuo portale ed ho scoperto…

La Torcia Umana stava volando nella nostra direzione. Creai un portale sulla sua scia di fuoco ed un altro alle spalle di Richards, che fu preso in pieno dal fuoco. Io ero protetto dal costume, e credo che anche il suo lo aiutasse, ma doveva bruciare molto. Mi lasciò andare. La Cosa caricò verso di me, urlando:

-Mossa sbagliata, idiota…E’ tempo di distruzione !!!

Creai un portale davanti a me e la Cosa uscì dal portale alle mie spalle.

-Senti, Grimm…non voglio farti del male.

-Beh, io invece voglio fartene !

Diede un pugno al portale, ma nel frattempo avevo chiuso il portale d’uscita. Il portale era solido adesso, ed estremamente resistente. Con la forza che aveva messo in quel pugno la Cosa fu fortunata se non si ruppe la mano.

La Torcia Umana mi circondò con un muro di fiamme, ma dovetti semplicemente teleportarmi poco più in là. Creai vari portali intorno a lui, tutti comunicanti con l’Hudson.

-Stai scherzando, vero? A questa temperatura, l’acqua evapora prima di toccarmi !

Creai un altro portale, di circa due metri di diametro, sopra di lui, e l’acqua continuava ad evaporare. Volò verso di me, circondandomi ancora di fiamme, ma questa volta restrinsi notevolmente il portale che emetteva l’acqua, lasciando quello nell’Hudson alla grandezza di prima. Restringendo il portale d’uscita avevo aumentato di molto la pressione (un paio di cose di fisica me le ricordo ancora). Il potente getto d’acqua colpì in pieno la Torcia e lo spense, facendolo cadere a terra dai tre metri di altezza a cui si trovava.

La Cosa venne di nuovo verso di me. Creai un portale sotto di lui ed un altro ad una trentina di metri di altezza. Sarebbe di sicuro uscito illeso da una caduta del genere, ma una volta caduto per trenta metri sarebbe caduto per altri trenta e poi ancora per trenta, fino a quando la caduta fosse stata sufficiente.

-Ho vinto ! Finalmente ho vinto io !!

-Non…credere, Switch.

-Mister Fantastic ?

-Ci vorranno giorni prima che il tuo portale trasporti una quantità apprezzabile dell’Hudson. Ora tutti i super-eroi di New York sanno dove sei e non potrai sconfiggerli tutti.

-Allora me ne andrò, e lascerò aperto il portale fino a quando non mi pagheranno.

-Non capisci, Switch? Tu sei un portale dimensionale vivente…un passaggio tra la nostra dimensione ed un’altra. Tutta la materia che passa per i tuoi portali passa anche dentro di te, ma se continuerai a farlo questo passaggio interferirà con l’integrità del passaggio, destabilizzandolo e…

-Tu credi, eh ? Beh, c’è un solo modo per scoprirlo e per far capire a questa città chi sono…

Resi solido il portale su cui atterrò la Cosa, che era ormai caduta per almeno trecento metri, e Grimm svenne.

Richards tentò di bloccarmi ma gli scaricai addosso diversi ettolitri d’acqua. Mi concentrai sul portale dell’Hudson.

Gli ordinai di allargarsi, ma in qualche modo opponeva resistenza. Dovevo allargarlo…dovevo dimostrare chi ero.

Dopo un grande sforzo e qualche secondo il portale si allargò, si allargò sempre di più, fino a creare un grande vortice sotto la superficie d’acqua. Era come tenerlo aperto con le mie mani ed i nervi stavano per scoppiare, ma ce la feci. Il portale era largo almeno cento metri ora. In lontananza vidi arrivare la Donna Invisibile, che sembrava volare su uno dei suoi campi di forza.

 

Mi teleportai al portale sull’oceano. Al mio arrivo lo spettacolo era a dir poco incredibile. Il portale d’uscita era ancora delle dimensioni originali. Ricordate quello che ho detto prima sulla pressione? Il getto d’acqua era tanto potente che il solo rumore quasi mi assordò. Cercai di allargare anche il portale d’uscita, ma questi iniziò a tremare sempre di più, fino a quando si dissolse in una nuvola nera che si diradava. Invece di cadere rimasi sospeso a mezz’aria, e mi sentii come rivoltato. Rimasi così per quello che a me sembrò un’eternità ma che erano solo due secondi, il mio corpo divenne di un bianco accecante e nel punto in cui ero io ci fu un’enorme esplosione d’acqua, che arrivò persino alla costa. Ovviamente io non vidi la scena, ma tempo dopo trasmisero delle immagini riprese da una barca vicina. Era a dir poco impressionante…quasi indescrivibile.

Suppongo che avendo distrutto il portale d’uscita, l’acqua che cadeva nel portale d’entrata dovesse scaricarsi da qualche parte…in questo caso, attraverso me.

Quando ripresi conoscenza avevo tre armi puntate su di me da agenti S.H.I.E.L.D: ero riapparso nel punto esatto in cui c’era stato l’esperimento che mi aveva dato i poteri. Con fatica riuscii a teleportarmi fuori.”

 

-Tutto a posto, Reed? Ben, Johnny ?

-Tutto bene, Susan…anche se temo di aver gravemente sottovalutato il nostro avversario.

-Sottovalutato un corno, gommolo !

-Andiamo faccia di pietra, ammettiamolo: quel tizio ce le ha proprio suonate.

-Farsi battere da un tizio con un nome così idiota…

-Sono più preoccupato per l’influenza di un trasporto di tale portata su Switch. Sarà meglio tenerlo d’occhio…programmerò un sistema di ricerca incrociata su questo Freeman.

-Chi ?
-E’ il nome di Switch…non ricordi il breefing con Stone ?

-Mi sembra di ricordare un certo Freeman, di Yancy Street…ma ormai avrà sessant’anni, dev’essere suo figlio o qualcosa del genere…

-Non sarà che ti ha pestato tanto da farti andare di volta il cervello ? Oh, già, tu non hai un cervello…

-Se non mi fossi fatto male alla mano, fiammifero troppo cresciuto…ma non voglio smettere di fare autografi…

 

“La televisione parlò dell’accaduto, ma non gli diede molta importanza. Trasmisero i filmati, una dichiarazione di Stone ed una di Richards. Non mi importava. Avevo raggiunto il mio scopo. Non parlavano più di me come di un criminale da due soldi. Parlavano di me sapendo di cosa ero capace. Avevo perso, sì, e non avevo i soldi.

Ma avevo sconfitto i Fantastici Quattro, accidenti ! Tutti avrebbero ricordato che mi ero battuto da solo, cercando di accelerare i tempi…tutti avrebbero pensato che i Fantastici Quattro avevano vinto.

Ma io sapevo…io sapevo di aver vinto. Avevo combattuto contro il più prestigioso super-gruppo del mondo, e li avevo messi al tappeto. Nessuno mi avrebbe più ignorato o trattato con sufficienza.

 

Poco dopo bussarono alla porta. Aprii pensando che fosse il proprietario del motel, invece era un tizio in giacca e cravatta.

-Il signor Edward Freeman ?

-Forse. Chi è lei?

-Rappresento un uomo che apprezza il suo talento e che vorrebbe farle un’offerta.

Mi diede un biglietto da visita ed allontanandosi disse:

-Il mio principale desidera anche che lei si trovi un nome che…non attiri l’attenzione ricordando le sue gesta.

Guardai il biglietto. Il suo principale si chiamava Justin Hammer. Chissà, forse poteva davvero darmi un lavoro.

Ma…un nuovo nome ? Avevo lavorato duramente per far sì che la gente sapesse chi era Switch…ma ora tutti conoscevano la mia identità, ed era giusto trovarmi un nuovo nome.

-Come mi aveva chiamato Richards ? “Portale dimensionale vivente”. Forse…Sì, è adatto. Da adesso il mio nome d’arte sarà…Portal.

E finalmente, ad una settimana di distanza dall’esperimento, avevo trovato la mia strada.”

 

Manhattan, una base segreta dello S.H.I.E.L.D.

Albert Becket attendeva ancora nella sua cella. Sembrava che gli interrogatori fossero finiti, finalmente…Forse era un bene che Freeman si fosse inventato quello stupido piano. L’informazione che aveva dato sulla sua identità poteva valergli uno sconto della pena. Una voce gli disse:

-Becket, allontanati dalla parete.

-Chi parla ?

Non c’era nessuno nella cella o nel corridoio…

-Allontanati, o non riuscirò ad entrare.

Becket si spostò e dalla parete uscì un uomo con una tuta ricoperta di strani meccanismi.

-Chi…chi sei? Che ci fai qui ?

-Mi hanno mandato per farti evadere. Prendi questo bracciale ed oltrepassa il muro…presto, la griglia non durerà a lungo.

Una volta oltrepassata la parete si ritrovò in un’ampia stanza che riconobbe immediatamente. La stanza era piena di tecnici che lavoravano…tutti indossavano la divisa dell’ A.I.M.

-Dottor Becket, gradiremmo servirci del suo talento…e sfruttare la sua più grande creazione…Switch.

 

 

VILLAINS #4

 

PROPOSTA DI LAVORO

 

“Quando si vive a New York, e si è visto praticamente di tutto, sembra improbabile rimanere sorpresi di qualcosa. Credo che molti abbiano cambiato idea, vedendo un numero spropositato di navi aliene. Non che fosse una cosa nuova…ho perso il conto di quante volte sono arrivati gli alieni…ma questa volta capimmo subito che era diverso. Stavolta gli eroi non sembravano pronti come al solito…stavolta eravamo in guerra. Ma come sempre, nonostante la guerra, tutti continuarono la loro vita quotidiana: nei pochi quartieri dove non c’erano alieni o dove gli eroi riuscivano a gestirli, sembrava un giorno come tanti altri.

Per questo riuscii a recarmi al mio appuntamento senza troppi problemi, camminando tranquillamente per strada. Anche potendomi teletrasportare, perché perdersi l’unica occasione decente di camminare in una strada vuota a New York ? Potrebbe sembrare un ragionamento folle, ma quando il mondo sta per finire ci si può prendere qualche soddisfazione.

Per il cielo si muovevano vari eroi, alcuni mai visti, e decine di piccole astronavi. Nei negozi di elettrodomestici, i televisori trasmettevano le ultime notizie, i piani per fermare l’invasione, i dettagli delle navi…non c’era nessuno a guardarli. Non tanto per via dell’invasione…non c’era un grande pericolo, in quella zona…ma perché avevano già visto tutto questo altre volte.

La strada doveva essere meno sicura di quanto non pensassi, perché una nave mi attaccò. Sperimentai un nuovo trucco: memore dello scontro con la Cosa, creai un portale di entrata senza crearne uno di uscita, e lo lanciai verso l’astronave. Non lo lanciai proprio, ne scelsi la traiettoria. Senza il portale di uscita, era praticamente indistruttibile, come l’alieno scoprì suo malgrado. Dovevo aver colpito qualcosa di vitale perché la nave esplose. L’alieno doveva essere ferito perché rimase a terra, sollevando un tentacolo verso di me. Creai un portale sotto di lui e lo feci sbucare ad un paio di chilometri di altitudine. Meno di un minuto dopo apparve dal nulla una specie di furgone fluttuante; capii che non si trattava di alieni solo perché ne uscirono sei persone in un’uniforme che ne copriva il volto con una specie di cappuccio. Raccolsero i resti dell’astronave e saltò fuori che erano collegati al tizio con cui dovevo parlare, Justin Hammer.

Dato che sapevo dove si trovava il suo grattacielo, mi ci teleportai direttamente senza fare tante storie. A volte non conviene passeggiare a New York, indipendentemente dalla situazione.

 

Dopo essere passato attraverso una serie di segretari, entrai finalmente nello studio di Justin Hammer. La prima cosa che mi colpì era il fatto che lo studio era più grande del mio appartamento. La seconda era che questo Hammer non era veramente lì…c’era solo la sua immagine alla scrivania, semitrasparente. Un ologramma, forse.

-Si sieda pure, signor Freeman.

-Non sapevo di dover parlare con Dean Stockwell…

-E’ una semplice precauzione…New York è pericolosa, in questo momento.

-Si risolverà tutto, come al solito.

-Ne sono consapevole, signor Freeman…ho vissuto per anni a New York. Inoltre, i miei affari sono più ampi e segreti, adesso. Dunque, signor Freeman, ho seguito con interesse la sua pur breve carriera, e sarei interessato ai suoi servigi.

-Sì, sì, quello che vuole. Che mi dice della paga ?

-Lo stipendio è di duemila dollari al mese, mentre i prezzi per le sue missioni partono dai diecimila… migliore il risultato, maggiore la paga. Senza considerare, ovviamente, l’assistenza sanitaria, lo studio dei suoi poteri per l’eventuale potenziamento, ed altri benefici simili.

-Okay, dov’è la fregatura ?

-La “fregatura” sta nel fatto che lei sarà sempre a mia disposizione, per qualsiasi tipo di missione, e che non dovrà mai menzionare il mio nome in caso di arresto…eventualmente grazie all’aiuto di suggestioni post-ipnotiche…in tal caso, le garantiamo un’ottima assistenza legale, anche se anonima, e la veloce dipartita dalle prigioni statali.

-Mi sembra perfetto…ma lei cosa ci guadagna ? Mi sembra che spenda un mucchio di soldi…

-Signor Freeman, lei non ha idea di quanto siano esigue queste cifre, rispetto a quanto potrò guadagnare con il suo potere. Ci pensi…lei è il ladro perfetto: entra in una stanza, ruba ed esce. L’unico limite è l’immaginazione. E mi creda, la mia immaginazione è molto vivace. Ma se ha altri dubbi, le forniremo un opuscolo con tutte le chiarificazioni.

-E quando dovrei cominciare ?

-Non appena avrà portato a termine una missione di prova. Come capirà, devo prima essere certo che lei mi possa essere utile.

-Una missione ? Durante l’invasione ?

-Specialmente durante l’invasione. Mi dica, signor Freeman, se la sua casa è in fiamme, si recherebbe in cantina per mettere in salvo il suo vino ?

-Devo rubare del vino ?

-Era una metafora. Mi dica, conosce la Stark-Fujikawa ?

-Naturalmente.

-Da quanto Tony Stark ha lasciato l’azienda, questa ha perso per me il suo interesse, dato che non rappresenta una sfida. Ciononostante, conserva ancora una serie di progetti di Stark che possono essermi d’aiuto nella mia lenta, ma inesorabile, distruzione dell’unico mio nemico degno di nota.

-In parole povere ?

-Stark aveva progettato un’evoluzione delle armature dei Guardiani, basandosi in parte sull’armatura di Iron Man. Il prototipo di questa armatura si trova nei sotterranei della sede della Stark-Fujikawa, protetto da imponenti sistemi di sicurezza. Il suo compito è di portarmi quell’armatura. Pensa di essere all’altezza ?

-Signor Hammer, se c’è una cosa che sono in grado di fare è rubare le cose. Consideri quell’armatura già consegnata.

-Le farò avere tutte le informazioni in nostro possesso. Arrivederci, signor Freeman.

La sua immagine scomparve dalla scrivania senza troppi convenevoli.

 

Uno dei dipendenti di Hammer entrò subito nella stanza, appoggiando sulla scrivania una serie di carte.

-Il signor Hammer le ha procurato tutte le informazioni che possono esserle utili.

-Un momento…questa carta descrive nei minimi dettagli il grattacielo Stark ! Come diavolo ha fatto Hammer a…

-Il signor Hammer è un uomo di grandi risorse, signor Freeman. Questa invece è una mappa della rete fognaria attorno all’edificio…

-Non mi servono mappe. Ditemi dove si trova esattamente l’armatura e ve la riporto entro dieci minuti.

-Non è possibile. Sfortunatamente non possediamo questa informazione.

-Lo sapevo che non sarebbe stato un lavoro facile…

 

A volte indossare una maschera che copre completamente il viso è un vantaggio. Riuscivo a non sentire l’odore di quella fogna.

L’idea di passare per le fogne può sembrare stupida e banale, ma qualunque edificio deve scaricare i suoi rifiuti nel sistema fognario. Tutto quello che dovevo fare era avvicinarmi abbastanza da potermi teleportare all’interno dell’edificio, possibilmente in una zona con pochi sistemi di sicurezza, per poi usare le mappe per scendere fino alla zona ad accesso limitato. Ed i marziani non sembravano interessati alle fogne, il che era forse il loro unico merito.

Una volta là, però, scoprii che a differenza dei film, le fogne della realtà non sono così illuminate…anzi, non si vedeva assolutamente niente. La cosa veramente strana era che riuscivo ad orientarmi lo stesso, non dovevo neppure guardare dove mettevo i piedi. Mi fermai un secondo per cercare di comprendere a fondo la cosa, ma non troppo…era una cosa troppo stupida. Resta il fatto che arrivai abbastanza vicino al grattacielo da creare un portale per entrarci.

L’uscita dal portale fu tremenda. Le luci erano a malapena accese, ma mi sembravano abbaglianti. Avevo già notato come la luce mi desse più fastidio dall’esperimento che mi diede i poteri, ma mai così tanto. Se prima, al buio, ero perfettamente consapevole del luogo in cui mi trovavo (forse anche più del normale), alla luce ero del tutto spaesato. Tanto da dover chiudere gli occhi per capire dov’ero…e la risposta era piuttosto semplice: ai bagni del piano terra.

Mi ricordai solo allora che era proprio questo che volevo. Nessuno metterebbe delle telecamere di sicurezza nei bagni, no ? Almeno credo. Consultai velocemente la carta per capire il percorso da fare. Il piano terra non aveva una gran sicurezza, se non all’ingresso; la parte difficile sarebbe venuta ai piani inferiori.

Mi teleportai quattro piani sotto terra, sperando che il sistema di mascheramento del costume funzionasse ancora. Non scattò nessun allarme. Quel bastardo di Beckett era un imbranato nel progettare i colpi, ma sapeva il fatto suo.”

 

In un altro luogo sotterraneo di New York. L’ex capo di Freeman indossò la tuta dell’A.I.M, fiero di essere tornato al suo posto. Non si aspettava di rientrare così facilmente nell’organizzazione…sperava di far colpo con un grande piano, ma evidentemente il suo lavoro era già stato apprezzato. Un altro anonimo agente AIM entrò nella stanza:

-Se vuole seguirmi, dottor Beckett…o preferisce la sua vecchia designazione, RK-1786 ?

-Da quanto tempo non sentivo quel numero ! Quando mi riceverà lo Scienziato Supremo ?

-Il nostro capo non la riceverà, RK-1786. E’ molto impegnato.

-Avete individuato Switch ?

-Non ancora, sembra al di fuori della nostra portata…o forse ha trovato un modo per nascondersi alle nostre sonde dimensionali.

I due attraversarono un corridoio ed entrarono in una grande stanza, al cui centro c’era una specie di generatore.

-Come ben sa, RK-1786, le alterazioni dimensionali sono un qualcosa di molto pericoloso. Lacerare eccessivamente il tessuto n-dimensionale può aprire falle che non possono essere ricucite facilmente.

-Questo cosa ha a che fare con Switch ? Il portale dimensionale fuso con il suo corpo non è abbastanza grande da causare danni.

-Questo, RK-1786, è un qualcosa che vogliamo cambiare.

 

 “Chiunque avesse ideato i sistemi di sicurezza doveva essere in gamba. Secondo le informazioni di Hammer, tutti i corridoi incorporavano dei sensori di pressione sul pavimento, e dei raggi infrarossi che passavano da parete a parete, pronti a far scattare degli allarmi se qualcuno volesse passare volando. Chi aveva progettato il tutto, però, non aveva pensato che un allarme infrarosso scatta se un sensore non percepisce più l’arrivo del raggio infrarosso, cosa che capita quando qualcuno lo attraversa. Tutto ciò che dovevo fare era creare una serie di portali estremamente ravvicinati, tanto da non interrompere i raggi, e poi allargarne la distanza per poter passare. Non sapendo volare, salii su un portale solido e lo mossi lentamente, come se mi muovessi su uno skateboard volante molto lento. Non fu semplice gestire tutti questi portali insieme, quindi dovetti richiudere i portali dei raggi che avevo già passato. Non per niente avevo appena cambiato il mio nome d’arte in Portal.

Anche se spossato riuscii comunque ad arrivare all’unico accesso ai piani inferiori: una specie di ascensore privato. Serviva un’autorizzazione per usarlo, ma mi bastò creare un portale d’uscita nella tromba dell’ascensore, e scendere lentamente. Una volta al quindicesimo piano sottoterra, oltrepassai con l’ennesimo portale la porta blindata dell’ascensore. Ero finalmente al piano in cui era custodita l’armatura. Finora era stato facile.

 

I problemi cominciarono dall’altra parte della porta. Dovevo aver fatto scattare un qualche altro tipo d’allarme, perché quattro grossi robot mi circondarono non appena mi mossi. Capii che erano robot e non tizi in armatura perché le proporzioni erano diverse. Mi dissero qualcosa, qualche scemenza tipo “livello di sicurezza violato”, ed iniziarono a sparare di tutto, dai proiettili a tutti i tipi di raggi che vi possono venire in mente. Quel piano doveva scottare parecchio, per usare un sistema di sicurezza così costoso. Capirono presto che non serve sparare a qualcuno che può deviare a piacimento la traiettoria dei proiettili e dei raggi, quindi passarono allo scontro fisico. Speravo proprio lo facessero: mi bastò mettere dei portali davanti a loro e farli scontrare. La stanza si riempì di fumo, probabilmente qualcosa di soporifero, ma il respiratore sotto la mia maschera mi permetteva oltre un’ora di autonomia. Ricordando le carte rintracciai la stanza dove era custodita l’armatura, non senza qualche difficoltà. La porta era dall’altra parte del corridoio, quando degli scompartimenti nelle pareti rilasciarono una serie di mini-dischi volanti, che iniziarono a sparare all’impazzata mentre mi giravano intorno.

Erano decisamente troppi per creare abbastanza portali, e circondarmi di grossi portali non mi avrebbe permesso di muovermi.

Giusto per migliorare le cose, la stanza dell’armatura doveva avere un inibitore di teletrasporto perché non riuscii ad entrarci.

 

Solo allora, ricordando il mio viaggio nelle fogne, mi venne l’idea per sbarazzarmene. Con un paio di portali scaraventai alcuni di quei cosi contro l’illuminazione della stanza. Data la situazione non avevo neanche fatto caso a che tipo di illuminazione fosse…l’importante è che la stanza diventò completamente buia (o forse era un altro sistema di sicurezza).

Chiusi gli occhi e all’improvviso venni a conoscenza dell’esatta posizione di ogni disco volante. Con un largo movimento delle braccia rilasciai qualche centinaia di piccoli portali, ognuno dei quali colpì un disco. Non ne rimase nessuno.

-Devo imparare a controllare questa cosa…

Non fu facile aprire la porta, ma ero abbastanza bravo nelle scassinature. Per fortuna il responsabile della sicurezza si era fidato abbastanza dei mini-dischi da trascurare la sicurezza della porta.

Una volta entrato, però, vidi un tizio leggermente soprappeso in maglietta nera che cercava di scollegare le decine di fili collegati all’armatura verde.

-Ehi ! Che ci fai tu qui ?- mi disse con sorpresa.

-Sono venuto a rubare quell’armatura. E tu chi sei, l’addetto alle pulizie ?

-Anche io sono qui per rubare l’armatura, idiota vestito di nero. E riguardo alle pulizie…

Il suo braccio destro si trasformò in un getto d’acqua, che colpì in pieno un mio portale ed andando al sciacquare il corridoio.

-Ehi, tu sei quel tizio al telegiornale…Switch, vero ?

-Mi faccio chiamare Portal, adesso. Che ci fai qui ?

-Sono Hydro-Man…un grosso imprenditore mi ha mandato a rubare l’armatura.

-Un imprenditore ? Hammer ?

-Come fai a saperlo ?

 

Non feci in tempo a rispondere, distratto da un urlo proveniente dal corridoio e dal successivo colpo contro il muro. Approfittai della distrazione di Hydro-Man per avvicinarmi all’armatura, ma lui se ne accorse e mi allontanò con la mano, che si trasformò stavolta in vapore bollente.

-Non sapevo potessi farlo !

-E’ un nuovo trucco…

Nella stanza entrò qualcun altro, un uomo in costume blu scuro e viola con degli strani occhiali giallo trasparente, che tenendo una mano sulla testa disse:

-Morrie !? Che ci fai qui ?

-James ?

-Si può sapere che ci fate voi due qui ? E perché il corridoio è allagato ? Ho preso una di quelle botte…

-Perché Hammer ha mandato sia me, che Speed Demon che questo tizio in nero a rubare l’armatura ?

-Mi chiamo Swi…cioè, sono Portal.

-Beh, c’è una sola persona che se ne andrà con questa armatura…- disse Hydro-Man mentre trasformava le braccia in acqua.

Dal corridoio si sentivano dei passi; ci spostammo per vedere, cercando di tenerci d’occhio per evitare che qualcuno facesse il furbo. Un gruppo di uomini in uniforme con strane armi stavano correndo verso di noi…la sicurezza, senz’ombra di dubbio.

Mi teleportai di fianco all’armatura e toccandola mi teleportai all’esterno del grattacielo. In cielo, si vedevano benissimo centinaia di navi aliene in ritirata.

-Bene, finalmente le cose iniziano ad andare per il verso giusto !

Un ultimo portale mi fece arrivare davanti all’ufficio di Justin Hammer, con l’armatura di fianco a me.

 

-Voglio parlare con il signor Hammer.

-Attenda un momento, per favore…

Sentii una specie di ronzio alle mie spalle, e prima di girarmi mi presi un pugno in faccia da Speed Demon.

-Questa è mia, furbone !

-Come hai fatto a…

-Ho steso le guardie a super-velocità e sono corso qui. L’armatura è mia !

-Vi sbagliate tutti e due ! – la voce non proveniva da una persona, ma da una densa nuvola di fumo che prese la forma di Hydro-Man – Sono stato io il primo a trovare l’armatura ! E quindi è mia !

-E tu che ci fai qui ?

-Mi sono trasformato in vapore e sono passato per il sistema d’aerazione, poi sono salito qui passando come acqua per il sistema idrico.

-E da quando puoi farlo ?

-Dall’ultima volta che…ma che te ne frega, poi ! L’armatura è mia !

-Signori – disse a voce alta il segretario – il signor Hammer vuole ricevervi.

La porta si aprì e mi teleportai dentro con l’armatura, seguito dagli altri due. Hammer, o meglio il suo ologramma, aveva un’aria molto divertita.

-Bene bene bene…devo ammettere che non me l’aspettavo.

-Signor Hammer, come richiesto le ho portato l’armatura. E ci terrei a precisare che sono stato io a portarla qui.

-Se ho capito bene, tutti e tre siete entrati di nascosto alla Stark-Fujikawa, avete raggiunto indisturbati un livello di massima sicurezza e siete tornati illesi.

-E’ così, signor Hammer. Però vede…

-Siete assunti. Tutti e tre. Jacob !

Il segretario entrò nella stanza con un’espressione neutra.

-Signor Hammer ?

-Prepara un contratto per questi tre signori, e mandali dai miei organizzatori.

-Sì, signor Hammer.

-E fai portare l’armatura nel reparto Ricerca e Sviluppo - L’ologramma svanì.

-Signori – disse gentilmente il segretario – se volete seguirmi…

Ci guardammo per un secondo, ancora increduli.

-Comunque – disse Hydro-Man mentre uscivamo – tecnicamente l’armatura l’ho trovata prima io…

 

Laboratorio A.I.M. Il dottor Beckett, o Agente RK-1786, aveva appena finito di esaminare il generatore dimensionale.

-Buone notizie, RK-1786. Abbiamo rintracciato Switch, ed abbiamo un sensore fisso su di lui.

-Perfetto, CJ-198. Notizie dell’invasione ?

-Sembra che i marziani si siano appena ritirati.

-Mi chiedevo, CJ-198…perché l’A.I.M non è entrata in campo per fermare l’invasione ?

-Sarebbe stato uno spreco…nessuno ci avrebbe pagato, e qualcun altro sta già provvedendo. Ironicamente, gli eroi ci fanno un piacere a gestire la cosa: non ci fanno sprecare tempo.

-Capisco. Ho studiato il generatore ed ho capito cosa volete fare…ma su cosa avete intenzione di puntarlo ?

-Se vuole seguirmi, RK-1786…il nostro benefattore di Los Angeles ha chiesto di mostrarle il motivo per cui siamo qui.

Pochi metri più in là, un ascensore privato li portò altri tre piani sottoterra. Una volta usciti, entrarono in un altro laboratorio, le cui varie postazioni controllavano una fessura che andava dal pavimento al soffitto.

-Agenti, rimuovete la protezione.

Una paratia scivolò verso l’alto, facendo intravedere qualcosa dietro una specie di portale.

-Riconosce quello che vede, RK-1786 ?

-Energia cosmica quasi allo stato puro.

-Esattamente…

Qualcosa sbatté contro il portale, dall’altra parte. Tra le bolle di energia si poteva intravedere una figura umanoide.

-Tra quanto mi farete uscire ?

-Speriamo il più presto possibile.

-Devo uscire ! Porterò morte e distruzione, ucciderò qualsiasi essere vivente sul mio cammino !

-Non capisco, CJ-198…perché fare uscire un essere del genere ?

-Perché ci paga. Energia cosmica a volontà e tecnologia estremamente più avanzata della nostra.

-Ma se quella cosa esce e fa quello che ha detto…

-Ci penserà uno degli eroi. Non sono affari nostri.

-Ma è sotto controllo ?

-Assolutamente.

La creatura colpì con tutta la sua forza il portale, ripetutamente. Non riuscendo a passare, si aggrappò al portale ed urlò:

-Morirete tutti ! Morirete tutti ! Finalmente avrò la mia vendetta !

-Vede, RK-1786 ? E’ un piacere fare affari con chi è sicuro di cosa vuole…

 

 

VILLAINS #5

 

L’ALTRA META’ DEL MONDO

 

“Le cose cominciavano ad andare nel verso giusto. Avevo ricevuto i miei poteri da diverse settimane ormai, ma solo dopo aver firmato il contratto con Justin Hammer iniziai a vedere un po’ di soldi. La prima cosa che feci fu prendere in affitto una stanza in un condominio che fosse il più anonimo possibile. Mi feci fare anche un paio di documenti falsi…non si sa mai”

E’ una sera relativamente fredda a New York. Freeman esce dalla sua stanza. Indossa il suo costume sotto una giacca pesante e dei jeans, entrambi rigorosamente neri. Iniziava a notare certe stranezze a cui non aveva fatto molto caso da quando aveva ricevuto i suoi poteri… come il fatto di sentirsi molto meglio indossando abiti neri, il fatto che la luce gli desse fastidio mentre l’ombra lo rilassasse… doveva avere qualcosa a che fare con i suoi poteri derivanti dalla materia oscura. Qualsiasi cosa avesse a che fare con la luce lo metteva a disagio.

La porta davanti a quella del suo appartamento si aprì leggermente, lo spazio sufficiente a lasciar sbirciare la sua vicina.

-Salve, mr. Smith…

-Ciao, Joan – le rispose con indifferenza. Non era certo il suo tipo. Alla porta successiva stavano consegnando una mezza dozzina di pizze al signor Rotondi. Per fortuna non l’aveva visto…Freeman lo detestava, temeva sempre che quel ciccione attirasse l’attenzione. Era in anticipo, si fermò sulle scale sull’entrata, su cui c’era un ragazzino con la faccia (e non solo) piena di piercing e tatuaggi.

-Salve, mr. Smith !

-Ciao, Dave.

-Spacker Dave ! – gli rispose alzando il pollice destro [1]

-E’ venuto nessuno a cercarmi ?

-Stia tranquillo mr. Smith, il suo segreto è al sicuro con me.

-Di che accidente stai parlando ?

-Non l’ho detto a nessuno, ma…due giorni fa l’ho vista arrivare qui su una macchina piuttosto costosa, e non voleva far vedere nessun documento all’entrata…ho capito subito che è un gangster. Ma tranquillo, non lo dirò a nessuno !

“Stupido Hammer” pensò Freeman “milioni di dollari spesi per tenere segreti i suoi agganci col crimine e poi si fa scoprire come niente mandandomi in giro con una macchina di lusso ! Gliel’avevo detto a quel suo tirapiedi che potevo teleportarmi…”

-Un gangster nel mio condominio ! Troppo figo !

 

Freeman si voltò ed appena di lato alla scala vide il suo “collega” James Sanders, alias Speed Demon. Doveva essere arrivato a super-velocità perché non l’aveva visto fino ad un secondo prima.

-Vuoi muoverti, Freeman ?

-Non chiamarmi così, “Jim”…

-Ah ! Lo sapevo che “Smith” era un cognome troppo stupido per un gangster !

-Chi è questo co$#!&ne, Freeman ?

-Si chiama Dave, è un mio vicino…ed è convinto che io sia un gangster.

-Ah, davvero ? – “Jim” si avvicinò – ti ha mai detto nessuno che sembri un idiota con quella me%&a in faccia, Dave ?

-Spacker Dave ! Ehi, sei anche tu un gangster come mr. Smith ?

-Come no, sicuro…e adesso mi devi cinquanta dollari di pizzo…protezione idioti ! Qualcuno potrebbe fare questo – iniziò a prenderlo a calci, ma Freeman gli mise una mano sulla spalle e gli disse:

-Lascialo stare, abbiamo da fare oggi no ?

James lasciò perdere ed i due entrarono nel vicolo a fianco.

-Lo sai Sanders, sei proprio un gran bastardo !

-Volevo solo divertirmi un po’. Pronto ad incontrare il jet-set ? Scommetto che arrivo prima io !

Speed Demon corse alla massima velocità verso il luogo prestabilito. Freeman schioccò le dita facendo apparire un portale, pensando “Idiota”.

 

In un luogo fuori mano, davanti ad un piccolo locale con una grossa insegna su cui capeggia un cartello con la scritta “Closen”.

-Dove mi hai portato, Demon ? Siamo in mezzo al nulla, qui…

-Si vede che sei da poco nel giro, amico. Questo è il Bar With No Name, il leggendario bar per super-criminali ! Ora indossa il costume ed entriamo…

Sanders indossò in meno di un secondo il suo costume da Speed Demon, mentre Freeman tolse i vestiti che teneva sopra il costume ed indossò la maschera.

-Ma non hai caldo con quella roba ?

-Il tizio dell’ A.I.M che me l’ha costruita sapeva il fatto suo, pare.

-A.I.M, eh ? Te la fai già coi pezzi grossi, pivello...

 

L’interno del bar era anonimo quanto l’esterno, a differenza dei suoi clienti. Tutti indossavano costumi sgargianti, di cui Freeman ne riconobbe pochi. Sembrava il classico bar malfamato, quasi fino allo stereotipo.

-Aspetta, adesso mi ricordo di questo posto ! E’ il bar dove il Flagello uccise una quindicina di super-criminali ! [2]

-Hai una buona memoria.

-Bisogna essere pazzi per riaprire un posto del genere…

Un coltello da cucina sfiorò la testa di Freeman di una decina di centimetri, per andarsi a conficcare nella porta. Tutti si girarono verso il bancone, dove c’era un uomo in uno sgargiante costume giallo, nero e viola con uno strano cappello…

-Bene bene bene ! Signori, il castello ha un nuovo cliente ! Gettate le uova e mangiatevi il paniere ! Wha-doo-doo-da !

-Chi è questo idiota ?

-Sono Madcap [3] , il maestro dell’inutilità, signore della pazzia, comandante in capo del campo arato !

-Portal, ti presento il barista.

-Signori, oggi tutte le bevande con iniziano con la G sono gratis ! Festeggiamo ! – mise il braccio sulla spalla di Freeman

Freeman si teleportò istintivamente ad un paio di metri di distanza.

-Stammi lontano, idiota delirante !

-Oh, non serve fare tanti complimenti ! Non ha senso ! Anzi, falli pure se non ha senso ! Ah ah ah !

-Vieni Freeman, Hydro-Man ci ha tenuto un posto.

-Ma chi è quel tizio assurdo !?

-Non sappiamo molto di lui…qualche mese fa ha riaperto questo bar, e non chiedermi con quali soldi. E’ un nemico di Capitan America, e ti consiglio di non guardarlo negli occhi se non vuoi diventare pazzo come lui.

-Perché riaprire un posto come questo ? Se arrivasse un altro Flagello potrebbe fare una strage !

-Madcap se ne frega. Ho visto Titania spezzargli le braccia ed una dozzina di costole, e dopo due minuti era sano come un pesce…fisicamente, almeno. Se prova a spaccare in testa anche a me un seltz, però, gli tolgo quel sorriso beota dalla faccia…

 

Al tavolo, insieme ad Hydro-Man c’erano altri due super-criminali.

-Era ora che arrivaste…un velocista ed uno che si teletrasporta che arrivano in ritardo !

-Falla finita, Bench, o dopo aver spaccato la faccia a Madcap sarai il prossimo.

-Ignoralo, Freeman…Madcap è un vero imbecille, ma ogni tanto si inventa dei giorni di festa e si beve gratis…

-Freeman, questi sono lo Scorpione e Shocker.

-Bella maschera, Shock.

-Tu sei quello Switch del telegiornale, giusto ?

-Non pensavo mi avessero fatto una pubblicità del genere. Siete anche voi con Hammer ?

-Una volta – rispose lo Scorpione – ma poi me ne sono andato. La Roxxon pagava meglio.

-E infatti ti sei fatto arrestare almeno tre volte. Hammer è una garanzia, Gargan, lo sai.

-Non chiamarmi Gargan. Sono solo lo Scorpione, ormai. In ogni caso, Hammer se l’era presa quando ho mandato all’aria una missione per uccidere l’Uomo Ragno.

-E tu, Shocker ?

-Hammer gli ha riso in faccia quando gli ha chiesto un lavoro ! Che perdente !

-Vuoi assaggiare i miei vibratori, Speed Demon ?

-Se riesci a colpirmi prima che io sia a metà strada per il Brasile…

-Ehi, calmatevi voi due ! Speed, vai a prendere qualcosa da bere così ti calmi. Switch ? Cosa prendi ?

-Ve l’ho già detto, mi chiamo Portal adesso. Lascia stare, ci penso da solo.

Diede un’occhiata al bancone e creò un piccolo portale davanti a sé, servendosi a volontà.

 

-Un potere davvero versatile – notò lo Scorpione.

-Tutti i poteri sono versatili no ? Basta sapere come usarli, suppongo.

-Tranne quelli di Shocker - disse Speed Demon, appena tornato al tavolo – o forse sono versatili, ma non ha abbastanza cervello per usarli decentemente.

-Qual è il tuo problema, Demon ? – il tono di Shocker era quasi di sfida, anche se non aveva la minima intenzione di metterla in pratica.

-Sedere allo stesso tavolo di un perdente.

-Parli di me o di te ? Sei il tizio con il potere meno versatile di tutti…corri veloce e basta.

-Balle. Posso fare un mucchio di cose con la mia super-velocità. Ad esempio far vibrare le mie molecole ad una velocità tale da attraversare gli oggetti.

-Allora come mai ti battono sempre  facendoti sbattere contro qualcosa ? Dall’Uomo Ragno a Nova ?

-Hai combattuto anche tu contro Nova ? – chiese Freeman.

-Sì, ma non mi hanno fatto la pubblicità che hanno fatto a te ! [4] Ma la prossima volta…

-… ti batterà ancora mettendo una cassa sulla tua traiettoria – Hydro-Man si mise a ridere.

-Beh, guarda qui !

Iniziò a far vibrare la sua mano alla maggiore velocità possibile, alzando un piccolo vento sul tavolo. Avvicinò la mano al suo bicchiere, ma invece di oltrepassarlo lo mandò in frantumi. Il costume protesse Freeman e Shocker, lo Scorpione era abbastanza resistente da far rimbalzare i frammenti ed Hydro-Man si trasformò in acqua per farsi attraversare.

-Beh…forse devo perfezionare un po’ la tecnica…

 

-Allora, voi come siete diventati super-criminali ?

-Incidente radioattivo – rispose Hydro-Man – facevo il mozzo su una nave che trasportava un apparecchio strano. Sono caduto in mare e quel coso mi ha dato i poteri.

-Che cos’era l’apparecchio ?

-M’hai preso per uno scienziato ?

-L’idea non mi è neanche passata per la testa. Un attimo, adesso che ci penso voi siete tutti nemici dell’Uomo Ragno, non è vero ?

-E allora ?

-Una volta l’Uomo Ragno mi ha mandato in prigione…prima che ricevessi i poteri, cioè…

-Come metà dei criminali di New York…non è una gran cosa – lo interruppe Hydro-Man - Io una volta ho combattuto contro i Fantastici Quattro, sai ? Ero nei Terribili Quattro !

-Anche io ho combattuto contro i FQ. Li ho quasi battuti, lo sai ?

-Figuriamoci.

-Sul serio !

-Io una volta ho combattuto contro i Vendicatori, quando stavo nei Signori del Male, ma non per questo sto qui a vantarmi…- disse lo Scorpione, evitando di far notare di essere stato sconfitto con estrema facilità, o che anche Shocker era stato in quel gruppo.

-Era nella formazione in cui c’era anche lo Scarabeo, vero ?

-Già, quello st&!zo che si è messo con i Thunderbolts – notò Speed Demon, guardando Hydro-Man negli occhi. La loro recente vendetta contro i T-Bolts ed i Vendicatori non era stata molto vantaggiosa. [5]

 

-Varrà pure qualcosa l’aver combattuto i FQ, no ? – chiese Freeman cambiando argomento.

-Certo che vale – intervenne Speed Demon guardando il suo bicchiere ormai vuoto – la reputazione è tutto. Prendi me: è stato il Gran Maestro a darmi i poteri ! Ed ho combattuto contro i Vendicatori !

-Sbaglio o ti facevi chiamare Trottola all'epoca ? – gli chiese Freeman sorridendo sotto la maschera.

-Se non altro non mi sono fatto fregare da Speedball al mio primo colpo...

-Figlio di…

Lo Scorpione mise la sua coda tra i due, per separarli. Speed Demon afferrò la coda e trascinò lo Scorpione dall’altro lato del bar, a super-velocità. Lo Scorpione sollevò la coda e fece cadere Speed Demon su un tavolo, rompendolo.

Prima che Freeman si muovesse, Shocker sparò due colpi di energia vibratoria verso i due litiganti, separandoli. Speed Demon rimase a terra, mentre lo Scorpione arrotolò la coda come una molla e la usò per saltare di nuovo verso il tavolo.

Switch lo indicò e sulla sua traiettoria si formò un portale che inghiottì lo Scorpione.

-Dove l’hai mandato ?

-C’è un fiume qui vicino.

-Signori ! Così non va ! – urlò Madcap correndo verso di loro…o meglio saltellando a zig-zag – Questo dovrebbe essere il bar della pace ! Il ritrovo dei cappellani ! Un pic-nic per tassisti incalliti !

Speed Demon accelerò quanto poteva dato lo spazio ristretto e colpì Madcap alla mascella, slogandogliela.

-Tsk-tsk, demonuccio ! – disse mentre se la risistemava con calma - Normalmente non mi da fastidio essere picchiato, ma siccome la realtà è una spazzatura cosmica senza alcuna ragione…prendi questo, generale ! – afferrò una sedia e cercò di spaccarla in testa a Speed Demon, che la schivò con estrema facilità.

-Ehi ! Come faccio a mandarti nel paradiso dei cuochi se non stai un po’ fermo !?

-E piantala di blaterare, idiota…

 

-Spostati, Switch ! E’ da tempo che voglio togliermi questa soddisfazione !

-Non costringermi a suonartele, Sanders…non vorrei che Hammer mi detraesse dallo stipendio il pagamento del tuo ricovero.

-Non puoi farmi niente ! Sono l'uomo più veloce del mondo !

-Mi vengono in mente una mezza dozzina di altre persone con questo titolo…

-Sono arrivato primo ad una gara tra super-velocisti ! [6] E non mi faccio prendere in giro dall’ultimo arrivato !

-Come vuoi.

Creò un portale sotto i piedi di Speed Demon, rendendolo subito intangibile. Senza un terreno su cui correre la sua velocità era inutile, e cadde da un portale posizionato due metro sopra. Mentre stava per alzarsi, Freeman gli diede un calcio in faccia.

- Sarai anche il più veloce del mondo, ma quando sei fermo non sei difficile da colpire.

Hydro-Man si trasformò totalmente in acqua ed investì tutti i presenti, per poi ritrasformarsi in un essere umano.

-Non colpirlo più Freeman, capito ? Sanders sarà anche un figlio di putt$£na, ma è mio amico !

-Ah sì ?  Beh c’è una cosa che volevo chiederti da tempo… Si può sapere che razza di costume è il tuo ? Cosa sei, l'uomo-acqua o la T-Shirt Umana ?

-Non prendermi in giro !

 

Le sue braccia si trasformarono in vapore bollente, che spruzzò contro Freeman…o almeno ci provò, perché invece entrarono un portale, per ricomparire alle sue spalle…dove colpì in pieno Madcap.

-Aaah ! Scottascottascotta ! Portatemi una banana rossa, presto !

Freeman si voltò per capire cosa fosse successo. Gli occhi di Madcap brillarono di una strana luce, che però non ebbe nessun effetto su Freeman, e nemmeno su Hydro-Man che si stava trasformando in acqua.

Lo sguardo di Madcap incrociò però quello di Shocker, che inizio a barcollare e a dire frasi insensate:

-Il caso ci governa ! Unitevi nell’insensatezza dell’insensato !

Sfortunatamente iniziò a lanciare colpi vibratori all’impazzata, distruggendo mezzo locale. I criminali che preferivano mantenere un profilo basso se ne andarono subito. Restavano solo Hydro-Man, che dopo essere stato colpito da Shocker era una pozzanghera, Speed Demon, ancora incosciente dopo il colpo di Freeman, e Madcap.

Freeman si riparò dietro ad uno dei suoi portali, avvicinandosi ad uno Shocker impazzito, mentre Madcap canticchiava prendendo a calci Speed Demon.

“Quanto odio quell’imbecille vestito di giallo…” pensava Freeman mentre dirigeva inutilmente i colpi di Shocker verso Shocker stesso.

Speed Demon si riprese e scaraventò Madcap sul bancone alla velocità del suono; poi corse dietro a Shocker e lo colpì alla testa, facendolo svenire.

 

-Vi prego, ditemi che la carriera da super-criminale non è sempre così…- disse Freeman togliendosi la maschera e creando un portale sotto a Shocker, trasportandolo appena fuori dal bar.

-Ehi ! – disse una voce proveniente dal pavimento, da dove si stava riformando Hydro-Man – Che hai fatto agli occhi ?

-Che vuoi dire ?

-Mentre creavi quel portale i tuoi occhi sono diventati completamente neri…

-I miei occhi sono neri…e poi che ne sai tu, eri fatto d’acqua !

-Prova a creare un altro portale… - Freeman lo fece – i tuoi occhi diventano del tutto neri quando usi i tuoi poteri…ecco perché lo sguardo di Madcap non ti ha fatto niente. Non te ne eri accorto ?

-Mica mi guardo allo specchio mentre lavoro…ma ti pare il momento di parlare dei miei poteri ? Guarda che avete combinato! Avete quasi distrutto il locale !

Madcap sembrava indifferente alla disastrosa condizione del Bar With No Name, saltellando e canticchiando:

-Oggi è un buon giorno per il vicinato ! La-la-la, la-la-la…

-Morrie, come hai fatto a creare quel getto di vapore prima ? – gli chiese Speed Demon.

-Non lo so di preciso…da quando Electro mi ha fatto sciogliere qualche tempo fa, ho iniziato a trasformarmi anche in vapore acqueo…ho anche iniziato a sognare di essere rinchiuso in uno strano carcere a forma di cubo… [7]

-Non potrebbe fregarmene di meno dei tuoi poteri, Hydro-Man. Riparare questo posto ci costerà tutto l’anticipo di Hammer !

-No no no no no…- gli disse Madcap arrivandogli alle spalle – farvi pagare i danni sarebbe qualcosa di assolutamente logico ! Mentre io sono il signore dell’assurdo ! La vita non ha alcun senso ed il caso è vicino a casa tua !

-Madcap, per la prima volta cominci quasi ad essermi simpatico…

 

-Forse è meglio andarcene, a questo punto. Abbiamo distrutto quasi tutto il bar e non c’è più nessuno… magari riusciamo a pagarci un paio di ragazze con l’anticipo di Hammer, che ne dite ?

-Buona idea, Sanders.

-Un secondo ragazzi…non vi sentite un po’ scemi, dopo aver fatto tutto questo ? Dovremmo essere dei criminali professionisti, invece siamo finiti in una rissa di quart’ordine…

-Vedi, Freeman… - gli disse Speed Demon - al mondo ci sono tre tipi di super-criminali. Ci sono i signori del crimine…gente come il Teschio Rosso o il Dottor Destino…che non pensano ad altro che a dominare il mondo. Ci sono i perdenti, i tizi che gli eroi sconfiggono dopo una sola battaglia, che non pensano ad altro che a dimostrare chi sono.

-E noi, invece ?

-Noi siamo i veri super-criminali. Facciamo quello che ci pare perché ce ne freghiamo del sistema e delle regole, e lo facciamo perché vogliamo divertirci e fare una bella vita. E ce ne infischiamo del resto del mondo. Capisci cosa voglio dire ?

-No. Per me rimani sempre un co$#!&ne.

-Figlio di…

Speed Demon saltò addosso a Portal, mentre Hydro-Man cercava di separarli. Tutti e tre scomparvero in un batter d’occhio.

Nel Bar With No Name rimase solo Madcap, dietro al bancone pieno di bottiglie e bicchieri rotti. Fece cadere tutto per terra, si tolse cappello e maschera e disse:

-Un altro giorno all’insegna del nonsense più assoluto ! Alla prossima, capitano Kirk !

 

Dedicato a Mark Gruenwald, creatore di Madcap e grande fan, specialmente dei super-criminali

 

Note

 

[1] Mr. Rotondi, Joan e Spacker Dave provengono dalla miniserie del Punitore ad opera di Garth Ennis. Da notare che Freeman ha preso la stessa stanza del Punitore ed usa il suo stesso cognome falso (Smith). La miniserie non rientra nella continuity Marvel IT, per cui il Punitore non ha mai abitato in quel condominio.

 

[2] Controllare Capitan America E I Vendicatori #59 per i sanguinosi dettagli.

 

[3] Probabilmente il personaggio più pazzo di tutta la Marvel Comics ! Creato in CAEIV #48, riapparso poi nel #50 ed in altre brevi apparizioni (in cui si è scontrato con Devil ed il Power Pack, tra l’altro), Madcap crede fermamente che la vita sia “una buccia di banana cosmica”, senza alcun senso…così come del tutto insensati sono il suo comportamento e le sue frasi.

Ha un fattore di guarigione da fare invidia a Wolverine ed uno sguardo che rende temporaneamente pazzi quasi quanto lui.

 

[4] Speed Demon ed Hydro-Man si sono scontrati non solo contro Nova, ma anche contro gli altri New Warriors, in Marvel Miniserie #7…a dire il vero, un’apparizione facilmente dimenticabile. Freeman si è scontrato con Nova nel #2 di questa serie, a cui è seguito un servizio al telegiornale.

 

[5] Analizziamo questa specie di scambio di credenziali. Hydro-Man ha fatto parte dei Terribili Quattro in una delle loro incarnazioni, senza molto successo. Freeman ha quasi battuto i FQ nel #3, ma si è trattato più che altro di uno stallo. Lo Scorpione e Shocker sono stati membri dei Signori del Male nella formazione guidata da Testa d’Uovo, e neanche loro hanno fatto una gran figura. Una figura leggermente migliore l’hanno fatta Speed Demon ed Hydro-Man, nel Sinistro Sindacato, contro i Vendicatori nel numero 7 della loro testata Marvel IT

 

[6] Speed Demon ha effettivamente partecipato ad una gara del genere, organizzata dal Corridore, in All American Comics #43…ma è arrivato quinto. In realtà il vincitore fu il misterioso Buried Alien, non a caso molto somigliante al secondo Flash, Barry Allen.

Se vi interessa, l’ordine di arrivo è stato: Buried Alien, Makkari, Whizzer (dello Squadrone Supremo), Quicksilver, Speed Demon, Super Sabre (della Freedom Force), Black Racer (della Società dei Serpenti) e Capitan Marvel II (oggi Photon).

 

[7] Come visto in Uomo Ragno (Marvel IT) #14

 

VILLAINS #6

 

LA RIVINCITA

 

“Stark-Fujikawa. Una volta avevamo la Stark, in qualunque settore ti potesse venire in mente. Peggio di Bill Gates, quel figlio di buona donna di Tony Stark. Ma almeno era americano. Quando una rapina andava male, metà delle volte il sistema di sicurezza era Stark.

Poi sono arrivati questi tizi giapponesi della Fujikawa, credendosi chissà chi, e si fregano la Stark. Manco fossimo negli 80, quando qualunque cosa aveva della roba giapponese dentro.

Hammer ci manda quasi esclusivamente a rubare cose della Stark-Fujikawa da almeno due settimane. Non è male come lavoro…anche se i miei poteri a volte rendono le cose troppo facili. Senza niente da scassinare quasi non c’è gusto, ma quando ripensi ai soldi che prenderai per il lavoro…mio padre direbbe che è un lavoro senza stile, probabilmente.

La Stark-Fujikawa ha magazzini in tutta New York, anche nei dintorni. Dopo l’11 Settembre hanno trasferito un mucchio di roba in posti più sicuri…chissà che ci tenevano in quelle vecchie casse. Uno dei tirapiedi di Hammer, quello che ha tirato fuori dal mio costume tutti gli aggeggi che Beckett ci aveva infilato, ha detto che è stato un apparecchio della Stark-Fujikawa a far fuori i marziani. [1] Scommetto che Hammer si è dispiaciuto di non averla inventata lui, quella macchina.

Hammer è un tipo a posto, dietro quella sua aria da checca schizzinosa.

 

Mentre penso tutto questo (e se mi state leggendo vuol dire che mi sono ricordato di scriverlo), sto scassinando l’entrata di un magazzino dove devo rubare una cassa per Hammer. Scordatevi chiavistelli e cacciaviti, qui è tutta roba elettronica. Non è proprio il metodo classico, ma me la cavo direi…specie con tutte le informazioni che Hammer ci ha fornito.

Lavoro per lui da pochissimo eppure ho già imparato un sacco di cose su come funzionano queste mega-aziende. Mi chiedo se sarei in grado di fare un colpo del genere senza tutte queste informazioni. Ma finchè mi pagano, a me va bene anche così.

Hydro-Man si è beccato un incarico del cavolo. Un qualche composto chimico alla Osborn, credo…una stronzata per lui: si trasformerà in vapore acqueo, prenderà la fiala e scapperà come acqua da un qualche scarico.

Chissà quanto dev’essere strano trasformarsi in una nuvola o in un bicchier d’acqua. Come fai a vedere ? A sentire ? Hai il controllo sulla tua forma o sei solo in balia del mondo esterno ? Certo, Hydro non pensa di certo a queste cose. Quello non pensa mai. Certo che mi sono scelto proprio due idioti come compagni…ho sempre preferito lavorare da solo.

Il colpo va liscio come l’olio. La porta si apre, entro e prendo la cassa, mi teletrasporto al punto stabilito e gli uomini di Hammer prendono la cassa. Un gioco da ragazzi. Che palle…

La vita del super-criminale non è eccitante quanto si può credere. Vivi con l’idea che da un momento all’altro possa saltare fuori un super-eroe a rovinarti il lavoro. Ma quando pensi che la gente che incontri per strada non sa chi sei e cosa hai fatto, che sei riuscito a fregarli tutti…è una sensazione indescrivibile”.

 

-E’ uno spettacolo indescrivibile – disse RK-1786, il criminale precedentemente noto col nome di dottor Beckett, lo scienziato che diede a Freeman i suoi poteri.

Lui e tre altri agenti delle AIM erano attorno a un tavolo la cui superficie era uno schermo ultrapiatto che avrebbe rivoluzionato l’attuale tecnologia video, se la sua creazione non fosse stata illegale.

-Quello che stiamo osservando è il prospetto dinamico della conformazione dimensionale della città di New York.

-E’ il caos assoluto ! Almeno due dozzine di aree a distorsione locale, numerose tracce di energia metafisica, infinite tracce di passaggi dimensionali…

-E’ la norma a New York, RK-1786.

-Cosa sono questi picchi, NW-106 ?

-I punti con le distorsioni maggiori, naturalmente. Qui si trova la Base dei Vendicatori…un numero indescrivibile di passaggi aperti e richiusi da Thor, più numerosi trasporti dimensionali da parte dell’animale alterato geneticamente denominato Lockjaw…

-Sì, ricordo di aver letto un rapporto sulle potenzialità tecnologiche degli Inumani.

-Questo è il Four Freedoms Plaza. Le macchine di Richards ne fanno il punto con le maggiori energie dimensionali stabili di tutto il pianeta, se escludiamo ovviamente il Crocevia di tutte le realtà.

-Ovviamente. Energia temporale in grande quantità, persino tracce quantiche di qualche anno fa…

-Sì, uno dei nostri bersagli passati, le Bande Quantiche. Noti questa casa a Bleckeer Street…un enigma ancora insoluto.

-E pensate veramente di poter eliminare tutto questo rumore di fondo dalle nostre rilevazioni ?

-Siamo le Avanzate Idee Meccaniche, RK-1786. Noi ci troviamo in corrispondenza di quel picco…è la gabbia del nostro ospite ad aver bisogno di tutta quell’energia.

-E sperate di isolare la traccia dimensionale di Switch e di portarlo qui…sì, è possibile.

 

Edward Freeman alias Portal/Switch (deve ancora decidere quale nome usare) torna a casa. Il tramonto è passato da quasi quattro ore, ma lui indossa ancora gli occhiali da sole. Incontra il suo vicino di casa sulle scale, come sempre…

-‘sera, mr. Freeman…

-Dave…

-Spacker Dave !

-Dave, ti ho detto che il mio nome è Smith.

-Non si preoccupi, “mr.Smith”…non dirò a nessuno che lei è un gangster ! Fatto fuori qualcuno, oggi ?

-No, ma potrei far fuori un idiota che rischia di farmi scoprire se non sta un po’ zitto…

-Certo, non dirò a nessuno che lei è un gangster…magari così mi presenta un’amica di quella ragazza che si è portato dentro la settimana scorsa… Ehi, che ci fa con gli occhiali da sole a quest’ora ?

-Accidenti, ho dimenticato di toglierli…faccio fatica a capire che luce c’è, quando è così buio.

-Che vuol dire ?

-Lascia stare. Ci vediamo domani, Dave.

-Spacker Dave !

 

“Tornando nel mio appartamento capisco che qualcosa è cambiato nella mia visione. Prima quella sorta di consapevolezza totale quando mi trovavo al buio…poi la luce che mi dava fastidio…ed ora, vedo benissimo al buio e male alla luce.

Quando una stanza è in penombra riesco a vederla benissimo, come prima. Altrimenti, luce e ombra si sono come invertiti nella mia mente…è come se vedessi attraverso le ombre, invece che la luce. Ma è assurdo…l’ombra è solo l’assenza di luce, no ? Mi addormento senza troppi problemi”.

 

Il giorno dopo, mattina presto. Fuori d’in casa lo aspettano Morrie Bench e James Sanders, entrambi in borghese (anche se Bench era “in borghese” anche quando era Hydro-Man, visto che non ha un costume vero e proprio…)

-Freeman, vuoi smetterla di andare in giro con quegli occhiali da sole ? Cristo, già sei sempre vestito di nero, manco andassi a un funerale…

-Sanders, tu indossi sempre un costume blu e viola. Non penso sia necessario dire altro.

-Piantatela di litigare, voi due…abbiamo da fare, oggi !

-Che dobbiamo fare ? Hammer non ci ha dato nessuna missione e ieri abbiamo preso i soldi…

-Appunto, Freeman ! E’ ora di fare un po’ di shopping…

-Cioè ? Compriamo un costume vero e proprio per mister idrante qui ?

-Ehi ! Un’altra battuta sul mio costume e…

-Al Bar With No Name ho incontrato un perdente di nome Turbine che mi ha parlato di quando ha aggiornato le sue armi dal Riparatore…

-Il Riparatore ? Chi è ?

-Ah ! E ti credi un vero super-criminale ? Forza, vieni…voglio prendere un paio di lame come quelle di Turbine !

-C’è gente apposta per questo da Hammer…

-Andiamo Freeman, tutti passano dal Riparatore prima o poi ! [2]

-Giusto ! Vuoi che siano quei tecnici cagasotto a dirti come combattere ?

-So che me ne pentirò ma…ok, andiamo.

 

“Mi chiamo Peter Parker, ed ho l’abitudine di parlare continuamente con me stesso. Un giorno avrò parlato tanto da solo che per disperazione salterà fuori un altro Peter ad ascoltarmi…ma guarda che combinazione, ho già un clone ! Ah già, dimenticavo di dire che sono segretamente l’originale, non-mutante, non-teenage Uomo Ragno, che un ragno radioattivo mi ha punto quando ero al liceo e che adesso ho le capacità proporzionali di un ragno…il mio psicanalista dice che continuo a ripensare alla mia origine perché ho subito un trauma. Ma poi l’ho lasciato quando mi ha detto che i miei lanciaragnatele avevano un chiaro significato sessuale. Forza Parker, continua a pensare stupidaggini e quel semaforo diventerà verde… se stessi sorvolando la città appeso a una ragnatela sarei già arrivato al lavoro da ore. Ma no, il caro vecchio pavido Parker doveva svegliarsi depresso stamattina perché sua moglie l’ha lasciato, perché convivo con due cloni che hanno lo stesso corpo ed una ragazza che sa che sono Spidey ma che non vuole dirmi perché… [3] dovevo proprio svegliarmi depresso e senza voglia di penzolare tra i grattacieli, ed andare al lavoro a piedi per godermi la magia di New York ! Ah, non c’è mai un Goblin o un Venom o un Uomo Sabbia quando devi tirarti su il morale…”

 

Il Senso di Ragno pizzica: qualcuno lo sta per spingere. Il pizzicore è debolissimo, decide di non fare un salto di dieci metri come potrebbe fare con estrema facilità, ma di trattenersi leggermente per non cadere.

-E muoviti, idiota ! – gli intima con ben poca gentilezza qualcuno dietro di lui.

Peter si volta: non riconosce il volto di chi lo ha spinto, ma ha già visto l’uomo accanto a lui: è Hydro-Man ! Quella maglietta nera e quel fisico da pubblicità di un dimagrante (il tizio “prima della cura”) non lasciano dubbi. Quello che lo ha spinto… non è un gran fisionomista e Matt a quest’ora avrebbe già capito cosa ha mangiato a colazione il cugino di quel tizio… ma assomiglia parecchio a Speed Demon. Il Sinistro Sindacato ancora all’opera ? Chissà.

Dietro di loro un tizio vestito di nero con gli occhiali da sole sbuffa, impaziente quanto Parker di arrivare da qualche parte.

Una delle caratteristiche di Peter è di pensare troppo quando non deve: solo ora si rende conto di essere stato spinto perché il semaforo era verde e lui stava ancora pensando a quelle stupidaggini.

-Ok, ok…vai a farti una doccia fredda, ok ?

“Io e la mia boccaccia…adesso penserà che io so chi è ? E se si mette a combattere ? Non posso rischiare di rivelare che sono l’Uomo Ragno mentre sono in pubblico, la mia identità segreta…ehi non sta facendo niente ?”

-Senti fighetto…

-Andiamo Sanders, vogliamo muoverci o hai intenzione di fermarti a prendere a calci tutti quelli che incontri ?

-Ok, andiamo…non ne posso più di camminare così lentamente…

“Due supercriminali recidivi ed un probabile terzo…ok, la giornata è salva adesso. Sono anticipo per la TriCorp [4] , ho tutto il tempo di vedere che cosa fanno…cavolo, a volte mi manca il mio vecchio lavoro freelance al Bugle, gli orari me li decidevo da solo…beh direi che un’occhiata al mio stipendio mi solleverà il morale !”

 

Li segue ad una distanza sufficiente a non fargli capire di essere dietro di loro, ma abbastanza vicino da sapere subito se cercano di fare qualcosa di insolito. Come si decide una distanza simile ? Un Senso di Ragno che ti avverte se ti stanno guardando e molta, molta esperienza.

Si fermano in un angolo buio…tanto per cambiare. Andiamo, possibile che nessuno abbia ancora capito che gli angoli bui sono il primo posto in cui si guarda se c’è qualcosa di storto ? Appena Peter passa all’ombra, il tizio con gli occhiali da sole si volta.

“Che mi abbia visto ? Sono dieci metri buoni di distanza…a meno che non abbia quegli occhiali da sole per non far vedere che ha una vista mutante a raggi-x ! Speriamo di no…ho dimenticato a casa i boxer in piombo”.

 

-Qualcosa non va, Freeman ?

-Ho avuto l’impressione che qualcuno ci seguisse…ma adesso non lo sento più. E’ qui che dovevamo venire ?

-Sì. Questo muro è un passaggio segreto…vedi quel mattone un po’ più chiaro degli altri ? Premilo.

Una volta fatto, una parte del muro sembrò tremare, come se l’immagine fosse andata fuori sintonia per qualche secondo.

Il trio passò attraverso quella parte di muro, che tremò allo stesso modo una volta entrati.

“Un ologramma, forse ? Era solido un secondo prima, ho visto uno dei tre toccarlo…a meno che non fosse una specie di ologramma solido…L’unica base con un ingresso olografico che conosco è l’ex base dello SHIELD, ma non è in questa zona della città. Che ne abbiano costruita un’altra ? Lo SHIELD ha arruolato dei super-criminali ? Beh una volta c’era la Freedom Force [5]…se ingaggi dei tizi della Confraternita dei Mutanti Malvagi…che nome idiota, come se i Vendicatori si fossero chiamati i Super-Amici Buoni…”

 

Una volta entrati, una parte di pavimento si abbassa, rivelando una sorta di ascensore idraulico, in lenta discesa. Una volta finita la corsa, almeno cinque piani sottoterra, si trovarono davanti un magazzino che si estendeva a perdita d’occhio.

Sugli scaffali, tutti numerati e catalogati, c’erano aggeggi che nessun uomo sano di mente avrebbe usato come armi… pistole a raggi, disintegratori, braccia meccaniche e quant’altro.

-Quindi questo è il covo del Riparatore ?

-Già. Ehi Rippy, dove sei ?

Un altoparlante rispose:

-Sezione 12-B e non fare il furbo come l’altra volta, Speed Demon. Prova a rubare ancora gli occhiali di Slyde e vedrai… [6]

-Come fa a sapere chi sei ?

-All’entrata siamo stati analizzati da vari analizzatori – rispose Hydro-Man – non si può prendere di sorpresa il Riparatore.

Il Riparatore era un uomo sui sessanta, più dall’aspetto di riparatore di orologi di precisione che di criminale ricercato il quarantanove stati da oltre trent’anni. Stava cosegnando un baule metallico ad un uomo con gli occhiali in giacca e cravatta.

-Mi raccomando, si ricordi di revisionare i giroscopi tutte le volte che aziona le gambe per più di trenta volta consecutive.

-Ehi da quando te la fai con le schiappe, Riparatore ?

-Chi è quell’incivile, Riparatore ?

-Wilbur Day…le presento Speed Demon, Hydro-Man e Switch. Signori, questo è Stilt-Man, un nemico di Devil.

-Ah ! Il tizio con le gambe che si allungano ?

-Ehi Wilbur, scommetto che fai colpo sulle ragazze con quel trucco, eh ?

-Dilettanti…-mormorò Stilt-Man mentre usciva.

 

-Cosa posso fare per voi, signori ? Ho sentito che avete fatto un bel passo avanti dall’ultima volta che ho sentito di voi…

-Sì, adesso siamo nel jet-set dei criminali. Facci vedere la tua merce migliore, Riparatore…non badiamo a spese !

-Fermati un attimo, Bench…vuoi spendere subito tutti i soldi che ci ha dato Ha…ehm, che ci ha dato il capo ?

-Lei dev’essere Switch.

-Portal. Ho cambiato nome.

-Davvero ? Ma che peccato…Allora, lei cosa sa fare esattamente, Portal ?

-Posso teleportarmi, creare portali, renderli indistruttibili e vedo attraverso le ombre, credo.

-Ha per caso qualche idea in particolare ?

-Non so…ora che ci penso, una volta avevo una pistola AIM ed un proiettore olografico, mi ci trovavo bene…

-Pistola AIM ? Che tipo…sonica, magnetica, laser, atomica…

-Non lo so…che hai in magazzino ?

-Dipende da quanto vuole spendere, le farò vedere qualche stock. Un proiettore olografico tascabile già programmato costa 300.000 dollari, ma se le va bene l’usato può arrivare anche a 100.000…

-Uh…ripensandoci, penso che mi farò solo dare un’aggiustatina al costume – creò un portale di una sessantina di centimetri di diametro, ci mise dentro una mano e ne uscì con uno zaino in mano – ecco, guarda cosa puoi farci.

-Ah, tecnologia AIM…niente male davvero…anche se qualche idiota ha disallineato tutti i sistemi interni. La rendeva invisibile ai sensori, dico bene ? A chi l’ha fatto sistemare, ad un ingegnere della Roxxon ? Guarda che disastro…

-Rippy, quanto costano le lame da polso che hai venduto a Turbine ?

-Quelle da polso 250.000, le portatili sono a 600 dollari la dozzina. Per il sistema di guida deve aspettare martedì quando mi consegnano i pezzi di ricambio.

-Posso lanciarle alla velocità del suono, a che serve un telecomando ? Le prendo tutte !

 

-Bene bene…Hydro-Man, lei cosa prende ?

-Non so…che posso usare mentre sono sotto forma d’acqua ?

-Hhhmmm…una vera sfida…ricordo di aver dato a Water Wizard degli acidi da portare con se, una volta…

-E se poi devo trasformarmi in vapore e scappare ?

-Giusto…a meno che…nano-macchine monocellulari, forse ?

-Per fare che ?

-Per stordire i suoi nemici.

-Posso soffocarli mentre sono fatto d’acqua.

-Mr. Hydro, si rende conto che quasi ogni super-eroe ha la capacità di trattenere il respiro più a lungo del normale ?

-Beh allora li soffocherò più a lungo del normale.

-Ma prima o poi dovrà reintegrare le proprie molecole d’acqua.

-Ma loro affogano lo stesso ?

-Sì, ma se non riassorbe tutta la sua acqua rischia di perdere del peso molecolare…

-Ah, già. E allora non affogano ?

<sigh> - No, non affogano.

-Allora prendo le meno-macchine ipercellulari ! Quanto mi costano ?

-Considerando la sua massa corporea…vediamo…sui 7.000 dollari.

-Accidenti, ne ho soltanto duemila…

-Non faccio credito. Le darò il corrispettivo in nano-macchine di duemila dollari.

-Ah, ok. E dopo potrò affogarli, i super-eroi ?

 

Laboratorio AIM. Tutti gli agenti hanno smesso di lavorare e si sono messi sull’attenti per salutare il loro visitatore.

-CJ-198, chi stiamo aspettando ?

-Il nostro misterioso benefattore, RK-1786. Eccolo…

Dalle scale scese un uomo sulla trentina, in giacca e cravatta nere. Sorrideva mentre guardava la gabbia che conteneva l’essere extra-dimensionale che aveva promesso di pagare l’AIM in energia cosmica.

-Come procede, signori ?

-Alla perfezione, mister Frost. [7] Abbiamo integrato i dati che ci ha fornito con le informazioni prese su Switch.

-Bene. Fatemi vedere…e facciamo in fretta, ho affari importanti a Los Angeles di cui devo occuparmi.

-Frost ? Mai sentito, CJ-198.

-Nessuno l’ha mai sentito. Si dice che abbia rubato un sacco di soldi a gente che deve ancora scoprirlo, ed ha messo su una piccola organizzazione a New york e Los Angeles. Si dice che chi lavora per lui non lo sa nemmeno.

Frost e gli scienziato AIM si riunirono davanti ad uno degli innumerevoli ed indescrivibili congegni di quel luogo.

-Abbiamo individuato Switch e siamo pronti a portarlo qui per mettere in funzione la macchina, signore.

-Bene. Voglio che portiate qui quell’essere…ho bisogno a tutti i costi del suo congegno.

-Con tutto il rispetto signore…a che le serve ?

-Sono un uomo molto previdente, agente AP-12. Ho molti piani in atto, tutti volti a darmi un potere che voi neanche vi sognate. A Los Angeles, il Pensatore Pazzo mi ha fornito i dati sulle Nega-Bande che vi ho fornito, dandovi così le istruzioni per aprire un varco dimensionale limitato e temporaneo.

-Non è stato facile adattare i dati alla nostra situazione, signore…ma ora crediamo di essere pronti.

-Bene. Azionate la macchina !

Ci fu un ronzio più persistente del rumore di sottofondo delle varie apparecchiature. Tra due piastre circolari passò una gran quantità di energia, che diminuì sempre più fino a quando sulla piattaforma apparve un uomo in camice da laboratorio.

-Che succede ? Dove sono ?

-RK-1786, chi è questo tizio !? Non ci hai fornito i dati esatti su Switch !

Gli occhi di Frost brillarono per un attimo di luce viola, prima che dicesse:

-Salve, professor Ohnn. C’è stato un errore di persona…non era lei che cercavamo.

-Beh, vi pentirete di aver rapito…- il camice sparì in un attimo, il corpo di Ohnn divenne bianco e su di esso apparvero dozzine di piccoli cerchi neri – LA MACCHIA ! [8]

-Oh, non penso proprio.

Frost spostò leggermente due dita della mano destra e la Macchia si portò le mani alla testa, urlò e cadde a terra. Si mise in posizione fetale, tremante come una foglia e con la bava alla bocca. Frost si incamminò verso l’uscita e disse con nonchalance:

-Analizzate perché avete preso lui, scaricatelo su un marciapiede e ricominciate tutto da capo. Voglio che il progetto sia finito entro due settimane, chiaro ?

-Sì, signor Frost.

-Ah, AP-12…non tollererò altri errori, sono stato chiaro ? Altrimenti… - indicò un agente AIM vicino a lui e questi cadde a terra a peso morto. Infarto, stabilirà l’autopsia.

 

“Dovrò inventarmi una scusa per essere arrivato tardi sul lavoro. Traffico ? Svegliato tardi ? Rapito dagli alieni ? Ehi questa è di moda, ultimamente ! Nessun problema comunque, invento scuse da quando andavo al liceo ed un ragno radioattivo mi morse…no aspetta, ho già raccontato le mie origini oggi. “Non posso venire a cena zia May, devo combattere Kraven e il suo nuovo alleato Gibbon [6] …mi spiace Mary Jane, non possiamo avere una serata romantica, devo impedire al Dottor Destino di conquistare il mondo”…andiamo andiamo andiamo, quanto ci mettono quei tre ad uscire !? Sarà mezz’ora che me ne sto qui a testa in già ad aspettarli. E’ mattina e sono in una tuta aderente, ragazzi…certo se fossi una ragazza sarebbe anche interessante… ragazzi devo andare a trovare MJ in Florida, se inizio a fantasticare su ragazze in costume da Ragno… anche se il costume che aveva Ben sarebbe più appropriato…Naturalmente, solo mia moglie poteva decidere di prendersi un periodo di pausa dopo che l’ho creduta morta per mesi, l’ho fatta resuscitare, ho salvato nostra figlia ed ho salvato il mondo da un’invasione aliena… [3] Ehi, grazie al cielo sono usciti ! Ancora un po’ e cominciavo a chiedermi che fine avesse fatto l’Iron-Boy che stava con i Vendicatori tempo fa…allora sì che avrei toccato il fondo !”

 

-Non posso credere che abbiamo già fatto fuori tutti i soldi che ci avevano dato, Sanders.

-Tranquillo, Freeman…adesso viene il bello: ci divertiamo con questi nuovi aggeggi !!

-E come ?

-Direi che è ora di vendicarsi, gente !

-No no no – disse una voce proveniente dall’alto – questo slogan va bene per Ghost, accidenti ! Ehi Speed Demon, non è che per caso siete parenti ?

-L’Uomo Ragno ! Merda !

-Sono contento che tu abbia separato i due nomi…ho già avuto abbastanza identità segrete, tempo fa !

-Sei fregato stavolta, Ragno ! Siamo appena stati dal Riparatore ! – disse Bench. Freeman e Sanders si scambiarono un’occhiata di rassegnazione.

-Interessante…che ne dite di giocare alla retata, quando abbiamo finito qui ?

Hydro-Man rispose trasformando le braccia in due potenti getti d’acqua, che colpirono il muro un secondo prima che l’Uomo Ragno saltasse dal muro, rimbalzando su un altro e atterrando con un piede sulla sua faccia.

-Ooops…pensavo che si spegnesse così ! Presto, qualcuno chiami un idraulico !

Sanders indossò il costume da Speed Demon a super-velocità e si precipitò verso di lui, ma non aveva abbastanza rincorsa per essere più veloce dei riflessi del Ragno. Freeman si teleportò in cima al palazzo per indossare il costume.

-Sei arrivato in anticipo, Ragno ! Stavamo per cercarti !

-Perché non avete messo un annuncio sul Bugle, come tutti ? Ormai ho una mia rubrica: “Minacciate il ragno !”

-Adesso siamo oltre il tuo livello, Ragno ! Ora lavoriamo per i pezzi grossi !

-Non me lo dire: il Circo del Crimine è di nuovo in città ?

 

Speed Demon corse in cerchio ad altissima velocità, creando un piccolo ciclone. Purtroppo per lui, Hydro-Man si era appena trasformato in vapore bollente, costringendolo a rallentare.

Dalla cima del palazzo, Freeman vide l’Uomo Ragno lanciare una ragnatela contro Speed Demon, incollandolo al muro. Hydro-Man si ricompose e cercò di colpirlo con i pugni trasformati in ghiaccio, ma Spidey evitava tutti i colpi, anche quando Speed Demon si liberò vibrando a super-velocità (finalmente un modo per usare quel trucco !)

“Stanno sbagliando tutto” pensò “Non possono colpirlo così. E’ impossibile prendere l’Uomo Ragno di sorpresa, e neanche Sanders riesce ad anticiparlo. Posso provare a confonderlo e a colpirlo da più lati, così non avrà altre direzioni in cui saltare. Forza Freeman…quello è il tizio che ti ha sbattuto in prigione una volta, ricordi ? Hai l’occasione di vendicarti. Hai combattuto i Fantastici Quattro per la miseria, i Fantastici Quattro ! Puoi vincere ! Forza !”

 

Speed Demon stava tentando ancora il trucco del vortice, stavolta lanciando decine di lame contro il Ragno. Per quanto velocemente le lanciasse però, l’arrampicamuri sapeva che le avrebbe lanciate un secondo prima che lo facesse.

Sulla scia delle lame si crearono tre portali, che le fecero uscire da tre lati diversi attorno a Spidey, che fece in tempo ad abbassarsi ma non abbastanza velocemente da evitare che una lama lo colpisse di striscio.

-Ouch ! Ehi, avete arruolato anche la Macchia nel Sinistro Sindacato !?

-Non sono la Macchia, Uomo Ragno…sono molto peggio !

-Quel costume totalmente nero…se non fosse per gli occhi alla Shocker ti avrei scambiato per Dusk ! Sei quello Switch della televisione, eh ? Dove sono le mie royalties ? Mi hai fregato il costume nero ! Guarda che è successo a Venom quando ci ha provato !

-Stai zitto ! – gli urlò Hydro-Man, cercando di colpirlo alla testa con i suoi pugni di ghiaccio. L’Uomo Ragno fece un salto mortale all’indietro, evitando i pugni che andarono in frantumi quando si colpirono tra loro.

Switch (sì, avrebbe usato questo nome d’ora in poi !) creò un portale sulla sua traiettoria; il Senso di Ragno lo avvertì, ma non fece in tempo a lanciare una ragnatela per spostarsi. Il portale d’uscita era davanti ad un muro: potete immaginare la conseguenza.

-Bravo Freeman ! Adesso lo finisco io ! – disse Speed Demon mentre lanciava sette lame rotanti, tutte bloccate da uno scudo di ragnatela.

-Bravi ragazzi, si vede che vi siete allenati…ancora un po’ e sarete all’altezza dei Vendicatori dei Grandi Laghi !

-Non provare a dirmi che sono un perdente ! – Speed Demon corse verso di lui, pronto a tempestarlo di pugni; una veloce aggiunta allo scudo di tela lo trasformò in una rampa.

Senza il tempo di rallentare, Speed Demon continuò a correre anche in verticale, lungo il palazzo; se ne accorse solo quando sotto i suoi piedi c’erano solo sette metri d’aria, per non parlare dell’altezza del palazzo ovviamente.

Switch creò un portale sulla sua traiettoria e lo fece apparire alle spalle del Ragno, mentre questi imprigionava Hydro-Man in un bozzolo di ragnatela. I suoi riflessi erano straordinari: fece persino in tempo a voltarsi e a colpire in pieno Speed Demon, lanciandolo a tre metri di distanza, gli occhiali di protezione in frantumi. E a schivare dieci portali indistruttibili lanciati da Switch, ancora sul palazzo.

L’Uomo Ragno si gettò verso Hydro-Man (che era…ehm…”colato” attraverso la ragnatela), che trasformò il suo torso in acqua, venendo attraversato illeso.

-Ah ! Non puoi fare del male all’acqua, Ragno !

-E’ una relazione biunivoca, del resto.

-Uh ?

Colpì con un solo dito la faccia ancora umana di Hydro-Man, che cadde a terra tornando completamente solido.

-Torni a settembre, mister Bench. Ah, per inciso…è Uomo Ragno, tutto maiuscolo, nessun trattino.

 

-Siamo rimasti noi due adesso, Uomo Ragno – adesso Switch era a pochi metri da lui.

-Mi spiace, ma ho già un cavaliere per il ballo ! - Le due ragnatele lanciate scomparvero in due portali.

-Ti piace scherzare, vero ? Sei peggio di Madcap, per la miseria... Dimmi, ti ricordi una rapina alla National Bank di un anno fa ?

-Hai idea di quante rapine ho sventato nell’ultimo anno ? Non dirmi che tuo figlio era presente e che vuoi vendicarti con i tuoi poteri ipnotici perché ha iniziato ad imitarmi !

-Ti ricordi il tizio che ti ha puntato contro una pistola ? Quello che hai ricoperto di ragnatela fino alle spalle e a cui hai detto “ora tocca a me: tirami il dito” ?

-Sei il figlio di un futuro alternativo di quel tizio ? Andiamo, non posso stare qui tutto il giorno !

-Oh, al diavolo. Combattiamo e basta. Seguimi.

 

Una volta entrato attraverso il portale, l’Uomo Ragno si trovò in un magazzino vuoto. Non era questo che Switch aveva in mente…sperava di trovare qualche aggeggio del Riparatore da usare come arma. Evidentemente, il vecchio la sapeva lunga ed avea teleportato tutto via appena era iniziata la battaglia.

-Sicuro di non essere una specie di anti-eroe ? Di solito sono io quello che porta le battaglie dove non ci sono innocenti…

Switch rispose con qualche centinaio di portale chiuso (e quindi indistruttibile), in ordine casuale. Spidey ne schivò parecchi ed imprigionò gli altri in un sacco di ragnatela.

“Accidenti, non avevo pensato che potesse spostarli !”

Scappò di corsa, inseguito dall’Uomo Ragno nel suo classico modo d’inseguimento: saltando tra una ragnatela e l’altra.

-Ehi, vieni qui ! Non mi hai ancora dato il tuo numero di telefono, o l’indirizzo della tua cella !

Schivò persino un portale chiuso mentre era a mezz’aria.

“Accidenti, ‘sto tizio è impossibile da sorprendere ! Non riesco a rallentarlo né altro. Ci sarà un modo per andare in vantaggio, no ? A meno che…”

Si teleportò davanti all’unica leva che era riuscito a vedere; l’abbassò e tutto il magazzino divenne buio pesto. Molto appropriato per qualcuno il cui nome da battaglia significa “interruttore”, oltre a “scambiare di posto” ! [9]

-Ehi, non è che per caso il tuo soprannome è Uomo Senza Paure, vero ? Non vorrei aver sbagliato avversario…

 

“Incredibile ! E’ come pensavo…vedo attraverso le ombre. Ma non è una visione convenzionale, o il buio totale mi accecherebbe come la luce totale…Okay, caro il mio super-ti-prendo-in-giro-mentre-ti-schivo-eroe…vediamo come te la cavi quando non vedi niente !”

Anche in questo modo non era affatto una battaglia semplice. Con la forza proporzionale di un ragno, un pugno ben assestato sarebbe stato sufficiente anche attraverso l’imbottitura del costume. E con la sua agilità poteva probabilmente tentare di colpire alla cieca in dieci punti al secondo. Il trucco era essere in un posto diverso ad ogni decimo di secondo.

La battaglia fu molto stressante per entrambi. Il “Senso d’Ombra” di Switch lo avvisava quando il Ragno si sarebbe mosso, ma il Senso di Ragno indicava quando Switch stava per colpire. Continuarono per due minuti buoni (sembrano pochi ? Provate a tirare pugni all’impazzata per due minuti di seguito…), senza neanche sfiorarsi.

Poi venne il momento di usare i portali. Mentre il Ragno era concentrato sui pugni, un portale ai suoi piedi lo fece cadere a mezz’aria, dove un numero sempre maggiore di portali chiusi lo colpiva a ripetizione.

L’Uomo Ragno era sì molto veloce, ma Switch poteva creare e distruggere i portali alla velocità del pensiero.

Avrebbero anche potuto andare avanti all’infinito, se non fosse stato per il fatto che anche la mente, così come il corpo, può stancarsi: Switch iniziò a perdere colpi, mentre l’Uomo Ragno no. Bastò un secondo di distrazione e l’Uomo Ragno afferrò il braccio di Switch…

 

Fuori dal magazzino, intanto, Sanders si era svegliato. Anche quando incosciente, la sua velocità di reazione era più veloce di quella di un essere umano. Se non fosse stato per il fatto che l’Uomo Ragno poteva sentire i colpi prima che questi partissero, non avrebbe fatto fatica ad agire. Anche Hydro-Man si riprese, dato che il colpo subito era stato molto leggero.

-Tutto a posto, Bench ?

-Credo di sì…dov’è Freeman ?

La risposta venne attraverso il muro olografico…letteralmente, visto che Switch passò attraverso la versione intangibile del muro. Un volo di decine di metri…l’imbottitura del costume gli aveva probabilmente risparmiato una mascella rotta e parecchi dolori all’osso sacro. L’Uomo Ragno uscì con un salto dallo stesso muro.

-Un attimo…mi sono distratto solo per un attimo…- mormorò Switch mentre si rialzava.

-Bene signori…dove eravamo rimasti ?

Delle sirene si stavano avvicinando. Qualcuno doveva aver visto la battaglia.

-La polizia ! –sottolineò Hydro-Man.

-Che ci frega ? Possiamo batterli !

-Avranno chiamato Codice:Blu, idiota ! Dobbiamo andare !

-No ! Devo sconfiggere il Ragno ! Devo vendicarmi !

-Ragazzi…non è carino parlare tra di voi mentre c’è un super-eroe qui apposta per suonarvele…

-Dimmi, Ragno…hai ancora problemi con la polizia ?

-Perché ?

-Perché ti divertirai a spiegare che è successo…adesso tocca a me: tirami il dito !

Solo ora Spidey si accorse che Switch aveva una mano su Speed Demon ed una su Hydro-Man. Troppo tardi: quando se ne accorse, erano spariti.

 

“Una mattinata come le altre. Ho combattuto dei super-criminali senza alcun motivo, sono sfuggito alla polizia che voleva sapere cosa fosse successo a quel magazzino…le solite cose. Ah, ho anche dovuto inventarmi una scusa per essere arrivato tardi al lavoro. Certo potevo evitare tutto questo se non avessi seguito quei criminali…ma da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Vorrei però che portassero anche qualcosa di nuovo, una volta tanto. Chesso, un supercriminale che vuole conquistare il mondo per aprire un McDonalds davanti ad ogni casa…o un negozio di lingerie…Parker, devi assolutamente andare a trovare Mary Jane, o farti almeno una doccia fredda…sai che casino se pensi a queste cose mentre devi combattere Titania ? Hmmm…mi chiedo da dove saltasse fuori quello Switch…ehi attento Spidey, passare da pensieri su Titania a pensieri su Switch…non vorrei che Jonah ci facesse un editoriale !”

 

“Fu una mattinata eccezionale. Avevo fregato il Ragno ! Ero riuscito a prenderlo in giro, a fregargli la sua vittoria ! Forse a lui non importava per niente, ma non era questo il punto. Ero riuscito a pormi sul suo stesso piano…ad ignorare le sue battute, a non badare alle sue acrobazie, a sorpassare i suoi strani sensi. Purtroppo ero l’unico a pensarla così…”

 

Davanti all’ufficio di Hammer, quel pomeriggio.

-Ti sei completamente rincretinito, Freeman !? La battaglia non era finita !

-Sarebbe arrivata la polizia, Sanders. Preferivi farti arrestare ?

-Volevo vendetta !

-Guarda a cosa è servita la tua vendetta ! Abbiamo perso tutti i soldi guadagnati in settimane di lavoro, ed hai anche gettato via quelle stupide lame ! Potevamo rivenderle !

-Sanders ha ragione, Switch ! L’Uomo Ragno ci ha messo i bastoni tra le ruote praticamente in tutti i nostri colpi…ci ha fatto sembrare gli zimbelli dei super-criminali !

-Porca misera Freeman…ha messo in prigione anche te, dovresti…

-Signori – disse a voce alta il segretario, per interrompere la litigata – il signor Hammer vi riceverà adesso.

Entrarono nello stesso ufficio dove erano stati assunti. Hammer non aveva un’aria felice.

-La prima volta che siete entrati qui, stavate litigando. Vedo che non siete cambiati.

-Perché ci ha chiamato, mister Hammer ?

Hammer girò di 180 gradi uno schermo che aveva sulla scrivania. Trasmetteva un breve servizio televisivo sulla battaglia… un videoamatore li aveva ripresi.

-Avevo espressamente richiesto discrezione, signori. Siete stati ineccepibili nelle missioni che vi ho affidato, ma siete stati… grossolani nella vita privata. Non posso accettarlo: corro molti rischi per mantenere la sicurezza, non ne voglio altri.

Siete licenziati. Tutti e tre, a partire da ora.

-Non dirà sul serio…

-Andatevene, o chiamerò la sicurezza.

-Glielo dico io dove può mettersela, la sicurezza…- Speed Demon corse verso Hammer, sbattendo contro un muro invisibile di energia.

-Le dirò una cosa, signor Hammer…non ci interessa più lavorare con lei. I suoi non sono colpi, sono furti che anche un bambino può fare.

-E dire che mi aspettavo molto da lei, signor Freeman.

-Oh, avrà presto una sorpresa da parte mia…addio, signor Hammer.

 

Fuori dal grattacielo, tutti e tre in borghese…

-Quel figlio di…

-Andiamo Sandes, Freeman ha ragione…probabilmente ce ne saremmo andati da soli, prima o poi.

-Può darsi.

-Forza, facciamo un salto al Bar With No Name…

-Una cosa, Freeman…che intendevi con sorpresa ?

-Beh, pensavo sarebbe stato carino lasciare un…ricordino ad Hammer, nel caso volessimo tornare.

Alzò gli occhi al cielo e notò un piccione. Un po’ di tempismo e nessuno notò il portale sotto di lui.In quel momento, Hammer si sarebbe ritrovato una bella sorpresina sulla testa…peccato non poterlo vedere in faccia mentre succedeva.

Edward Freeman sorrise. La seconda di molte piccole rivincite.

 

 

Note

Dopo il puro nonsense dell’ultimo episodio, torniamo ad un certo livello di serietà, portando la sottotrama dell’AIM un po’ più avanti e chiudendo (permanentemente ?) la collaborazione tra il nostro bislacco trio e Justin Hammer. Ovviamente la serietà non può durare più di tanto con lo stupefacente- sensazionale- spettacolare Uomo Ragno in azione ! Molto probabilmente questa non è l’ultima volta che lo vedete in questa serie, visto quanto mi sono divertito a scriverlo…anche se Switch probabilmente non sarebbe d’accordo.

 

 

 

[1] Non proprio…leggetevi “La Guerra dei Mondi” #2 !

 

[2] Il Riparatore è il fornitore di armi iper-tecnologiche dei piccoli supercriminali…se non potete permettervi l’A.I.M o simili, questa vecchia conoscenza dell’Uomo Ragno fa per voi !

 

[3] Leggete l’Uomo Ragno made in Marvel IT per i particolari !

 

[4] L’attuale posto di lavoro di Peter Parker

 

[5] L’ormai inattiva (e dimezzata) squadra governativa composta in gran parte da mutanti ex-criminali (che immancabilmente ora sono tornati criminali).

 

[6] Un non-premio a chi se lo ricorda ! Ed un altro a chi mi suggerisce un modo più intelligente di usare le Note !

 

[7] Questa è una nota necessaria ! Frost è un nuovo personaggio della serie Marvel IT di Capitan Marvel, e si è procurato i dati di cui parla nei numeri 2 e 4. Non sperate che vi dica qui la sua origine ed i suoi scopi…andate a leggere Capitan Marvel, una volta terminato l’episodio !

 

[8] Un nemico decisamente dimenticabile dell’Uomo Ragno…se non fosse che i poteri di Switch sono chiaramente basati sui suoi !

 

[9] Nel caso conosciate poco l’inglese e vi foste chiesti il motivo di questo nome in codice ! che dicevo sulle note inutili ?

 

 Se riesci a leggere questo, o sei troppo vicino o sei Ant-Man

 

 

VILLAINS #7

 

FATTORI MUTANTI

 

“Per essere stato appena licenziato, mi sentivo benissimo. L’aver mandato all’aria il lavoro di Hammer poteva non essere stata una buona idea, visti i soldi che ci pagava, però era la cosa da fare. Peccato fossi l’unico a pensarla così: Sanders e Bench proposero un paio di volte di fare un colpo che impressionasse Hammer, per farci riassumere…ma anche loro si resero conto che non aveva senso. Quando hai perso una cosa l’hai persa, è inutile pensare al passato. Il lavoro mi era valso comunque un appartamento, che ero riuscito a tenere e che non mi costava neanche tanto, anche se i vicini erano dei perfetti idioti.

Senza niente da fare, tornammo al Bar With No Name (il bar dei super-criminali) a spendere gli ultimi soldi rimasti dall’ultimo lavoro che ci avevano pagato. A noi si unì una vecchia conoscenza di Sanders e Bench, che si faceva chiamare soltanto Rhino. Più o meno della stessa compagnia di un blocco di cemento, ma ogni tanto confonde una banconota con l’altra…”

 

-Eri anche tu nel Sinistro Sindacato, vero ? – gli chiesi per rompere il ghiaccio.

-Sì, ci sono ancora.

-Guarda che ci siamo sciolti, Rhino – gli ricordò Hydro-Man.

-Cosa ? E quando ? Nessuno mi ha detto niente !!

-Ma se dopo la battaglia con i Vendicatori [1] non ci siamo praticamente più visti…

-Vi ho aspettato alla base per una settimana.

-Si può essere più scemi ? Sai Rhino, a volte penso che lo Scarabeo ti avesse messo in squadra solo per farci fallire… - Speed Demon si mise a ridere.

Rhino si alzò di scatto, distruggendo la sua sedia (che giù resisteva per miracolo al suo peso…non si fa chiamare Rinoceronte per niente…) e cercando di afferrarlo.

Grazie alla sua velocità, Speed Demon era già alle spalle di Rhino, che si voltò per colpirlo; le sue braccia erano così grandi che quasi decapitò Bench mentre lo faceva.

-Devi essere più veloce di così per prendermi !

-Non trattarmi come uno stupido !!!

Infuriato, Rhino batté le mani con una forza tale da creare un’onda d’urto che sbilanciò Speed Demon facendolo cadere. Si preparava a schiacciarlo col piede, mossa che lo avrebbe reso paraplegico. Per un secondo pensai di lasciarglielo fare, a Sanders serviva proprio una lezione. Creai un portale sotto il piede di Rhino, la cui uscita era appena dietro la testa di Sanders. Abbastanza per fargli venire un infarto senza ucciderlo. Madcap arrivò subito, naturalmente.

-No no no no no ! Niente risse in anni non bisestili !

Lasciai che Rhino lo afferrasse per un braccio, anche se si sentirono le ossa rompersi. In parte perché sapevo che Madcap sarebbe guarito in cinque minuti da una ferita del genere, in parte perché proprio non lo sopporto. Peccato non aver pensato prima a sostituire Madcap a Speed Demon, mentre lo stava per colpire…

-Ce l’hai con me, scemo ?

-Nossignore ! Io sono Madcap, signore dell’assurdo, maestro dell’insensato, colui che insegna che il mondo è un cestino di pop-corn andati a male !

-Uh ?

-Mettilo giù Rhino, e torna a bere – Hydro-Man gli mise una mano sulla spalla.

-Paghi tu ?

-Paga Madcap, vero ?

-Ma certo ! Un giro gratis a tutti quelli che mi hanno pestato !

 

Mentre Madcap era occupato a distribuire le numerose ordinazioni (perché erano stati in molti, ad averlo pestato), la porta si spalancò con abbastanza forza da rischiare di rompersi. Entrarono un tizio biondo in costume rosso con una strana attrezzatura sulle spalle, ed un enorme ciccione vestito di nero.

-Forza, perdenti ! Blob e Pyro sono tornati nel giro, pieni di soldi e pronti a sbronzarsi !

-Conosci quei tipi, Madcap ? – gli chiesi mentre ero al bancone. In realtà conoscevo solo il ciccione, di fama.

-Li ho incontrati in un’altra vita, quando ero una pizza ai peperoni…

-Lascia perdere, sapevo di non potermi aspettare una risposta sensata.

Il ciccione si avvicinò al bancone e mi spinse di lato, facendomi cadere. Il suo amico si mise a ridere, mentre il ciccione sollevò Madcap da terra prendendolo per il costume.

-Sei tu il demente che ha riaperto questo bar da due soldi ?

-Desidera qualcosa da bere ? O forse qualche miliardo di cheeseburger con un po’ di patatine ?

-Ehi, palla di lardo…

Blob lasciò andare Madcap e si voltò verso di me. Era davvero enorme.

-Ce l’hai con me ?

-Sì ce l’ho con te, ippopotamo troppo cresciuto. Perché non ti dai una calmata e la smetti di comportarti come se fossi il padrone della città !?

Fece un ampio respiro, per poi rilasciare il fiato all’improvviso; il grasso della sua pancia mi sfiorò appena, ma con una forza tale da farmi cadere di nuovo.

-Ehi, io ti conosco…tu sei quello Switch della tele.

Possibile che tutti i super-criminali abbiano visto quel servizio al telegiornale !?!? [2]

-Tu invece devi essere la donna cannone del Circo del Crimine.

-Qui c’è qualcuno che merita una lezione…cosa ne pensi, Pyro ?

-Sono d’accordo, Fred – puntò verso di me il braccio e si preparò a rilasciare una fiammata dal lanciafiamme da polso che portava. Creai un piccolo portale proprio davanti al punto da cui sarebbe uscito il fuoco, ed il portale d’uscita proprio dietro l’enorme sedere di Blob.

 

-Ouch !

Si voltò per vedere cosa fosse successo, ed io gli sferrai il pugno più forte che avevo dritto al plesso solare. Pessima idea. Il pugno si conficcò in quella massa di grasso e non c’era modo di farlo uscire.

Blob mi diede uno schiaffo che mi avrebbe spaccato il collo, se il costume non fosse stato imbottito. Ma anche con l’imbottitura, mi restò un livido per una settimana. Prima che potesse darmene un altro fu colpito in faccia da un potente getto d’acqua. Pyro si girò di scatto, pronto a fare fuoco (letteralmente), ma Speed Demon gli afferrò le braccia e le bloccò alle spalle. Qualche cliente lasciò il bar.

-Amici tuoi ? Fate pure quello che volete…Blob è inamovibile !

-Allora resta pure lì – gli disse Hydro-Man (che stranamente aveva capito la parola) un attimo prima di trasformarsi interamente in acqua e di schizzare sulla faccia di Blob, per poi trasformarsi in un blocco di ghiaccio che gli tolse il respiro. Si agitò per qualche secondo, prima di colpirsi alla testa con i pugni. Il ghiaccio si spezzò e schizzò in tutte le direzioni, ma ci voleva ben altro per fermare Hydro-Man, che tornò ad essere d’acqua e si ricostruì. I pugni avevano rintronato un po’ Blob, che mi lasciò andare.

-Tutto a posto, Switch ? – mi chiese Speed Demon, dando a Pyro il tempo di accendere i lanciafiamme. Pyro indossava un costume a prova di fuoco, Speed Demon no. Lo lasciò andare, muovendo le braccia a super-velocità per spegnere il fuoco che le avvolgeva.

-Avevo detto niente risse !!!

Io stavo ancora decidendo il da farsi, quando Pyro decise di prendersela con me. Le sue fiamme attraversarono un portale che le portò direttamente contro Madcap. Anche arso vivo sarebbe guarito senza troppi problemi, ma almeno avrebbe smesso di rompere per un po’.

Pyro mi si gettò addosso, ma mi teleportai un paio di metri più in là facendolo cadere a terra. Purtroppo ero ancora troppo vicino a Blob, che mi afferrò e mi lanciò contro Speed Demon.

 

Mi alzai piuttosto faticosamente.

-Ah ! Lo sapevo che gli umani sono delle schiappe !

-Prova a dirmelo in faccia.

-Come vuoi !

Vidi arrivare il suo pugno con un anticipo tale che non ci fu quasi gusto a bloccarglielo con un portale senza uscita (e quindi indistruttibile). Mentre si massaggiava la mano, il grasso era ancora in movimento per l’urto. Lo guardai negli occhi:

-Mutanti. Tutti bastardi che si credono chissà chi.

Blob era infuriato, e come mi aspettavo si preparò ad un altro pugno, più forte questa volta. Ero pronto a bloccare anche questo, quando due lame mi si conficcarono nella schiena; riuscii a malapena ad accompagnare il colpo, e fu un miracolo che non mi ruppi la mascella; me la cavai perdendo qualche dente. Mi voltai per vedere cosa fosse successo; c’era una donna dalla pelle di uno strano colore, dai capelli blu ed un costume viola e giallo, con un che di metallico. Non la conoscevo.

-E così ce l’hai con i mutanti, eh ?

Mi teleportai a qualche metro di distanza, per sicurezza; Speed Demon corse verso di lei, ma fu schivato con un triplo salto mortale. Mentre era ancora in aria, brillò di luce per un attimo e me la ritrovai alle spalle. Solo il mio “senso d’ombra” mi permise di creare un portale chiuso che mi parasse le spalle, altrimenti mi avrebbe ucciso.

-Chi sei ?

-Mi chiamano Fatale, e sono anch’io una mutante.

-Attenta alle spalle.

-Non crederai che ci caschi, vero ? Non sono così…

Fu sollevata con una mano sola da Rhino, che era dietro di lei. Estrasse una lama dal suo costume e cercò di conficcargliela in un braccio, ma questa si infranse contro la spessa pelle da rinoceronte.

-Vogliamo darci una calmata, adesso ?

 

Tolsi le lame dalla schiena: il costume aveva bloccato quasi tutta la lama, ma avevo corso un bel rischio. Il bar era vuoto adesso, restavamo solo noi della rissa. Oltre a Madcap, svenuto ed ancora fumante dietro il bancone.

-Ritira quello che hai detto – iniziò Blob. Di fianco a me avevo Rhino, nel caso volesse tentare qualcosa. Certo che quell’idiota poteva anche entrare prima nella rissa, ma mi sa che era troppo stupido per capirlo.

-Perché ? E’ la verità. Voi mutanti vi credete chissà chi solo perché ci siete nati, con i vostri poteri.

-Ah sì ? E voialtri cercate di toglierci la nostra identità, cercandovi dei poteri ! – continuò Pyro.

-Identità ? Ma per piacere. Senza i vostri poteri non sareste niente. E anche se ce li avete, non fate altro che combattere altri mutanti e piangervi addosso.

-Non è vero !

-Nominami un solo mutante super-criminale che sia diventato famoso.

-E tu nominami un solo criminale non mutante che possa tenerci testa !

-Vogliamo ricominciare a combattere ?

-Fermi ! Mi distruggerete il locale e non è nemmeno la vigilia di natale ! – Madcap era di nuovo sveglio, ed anche se il costume era tutto bruciato lui non aveva il minimo segno. Blob lo indicò e sorrise:

-Sarebbero questi i grandi supercriminali ?

-Ti assicuro che Madcap non è rappresentativo della categoria.

-E se invece di continuare a combattere facessimo…una sfida ? Potremmo anche guadagnarci qualcosa !

-Per una volta hai avuto una buona idea, Speed Demon.

-D’accordo, ci sto. Anche voi due ? – Pyro e Fatale annuirono.

Rhino mi mise una mano sulla spalla (anche se la mano era il doppio).

-Voglio esserci anch’io, se ci stanno dei soldi.

-E io e io e io ? – chiese Madcap. Lo sguardo torvo di sette super-criminali reduci da una rissa fu sufficiente a farlo zittire.

 

Uscimmo tutti dal bar, più che altro per toglierci di torno Madcap.

-Cos’hai in mente, Speed ?

-Tutte e due le squadre rubano qualcosa.

-Buona idea, ma che cosa ?

-Non lo so…banche, gioiellerie, cose del genere…

-Troppo facile. Abbiamo dei teleporti nella nostre squadre. Dev’essere qualcosa di più…grosso.

-Sono d’accordo. Ma cosa ?

La prospettiva di ricavare dei soldi da una scommessa aveva messo fine alla lite. In fondo eravamo tutti criminali, distinzioni razziali a parte. E la prima regola di ogni criminale che si rispetti è “Fare soldi ha la precedenza su tutto”.

Ci pensai un po’ su e mi venne in mente che c’era una sola cosa che potevamo fare. E a cui io tenevo molto.

-Io ho un’idea.

-Sarebbe ?

-Fort Knox.

-Stai scherzando !?

-E’ una cosa di famiglia, credimi. Chiunque può riuscire in un colpo normale, basta avere fortuna e sapersela cavare. Ma è nei grandi colpi che si vede se hai o meno la stoffa.

-Sì…sì, mi piace ! Svaligiamo Fort Knox !

-Un momento, Blob…noi siamo solo in tre, mentre loro sono quattro !

-Vengo anch’io – la voce proveniva dall’alto. Un vortice d’aria verde scese lentamente, per poi perdere velocità e trasformarsi in un uomo che indossava un’armatura leggera in verde.

-Turbine !? Che c’entri tu con loro ?

-Anche io sono un mutante.

-Non lo sapevo.

-Non tutti i mutanti… - guardò i suoi simili con disappunto – …si uniscono a delle Confraternite Malvagie. E poi ho un conto in sospeso con Speed Demon, mi deve ancora centotrenta dollari.

-Ehi, ero sicuro di poter fare un dodici…

-Allora siamo d’accordo. Il primo gruppo che riuscirà a prendere più oro da Fort Knox vince.

 

Quella sera, al Bar With No Name non c’era quasi nessuno, e quei pochi che c’erano non avevano molta voglia di parlare. Non che io fossi in vena: farmi sostituire i denti che avevo perso nella rissa mi era costato quasi tutti i risparmi. Conoscevo un dottore che non fa troppe domande, sa tenere la bocca chiusa e che è pure veloce a rimetterti in sesto. Hydro-Man e Speed Demon, però, non avevano smesso di parlare tra di loro.

-Stasera non si vedono mutanti, eh ?

-Non che ce ne fossero molti, prima.

-Come fai a saperlo, Sanders ? Non sapevi neanche che Turbine fosse un mutante.

-Se l’avessi saputo non ci avrei neanche parlato, credimi.

-Ho sentito che non ti attaccano più il virus Legacy, adesso.

-Credici pure se vuoi, Bench. Io mi tengo alla larga.

-Che hai intenzione di fare, Freeman ? Hai qualche piano ?

-Un secondo ! Dove sta scritto che deve essere lui il capo, qui !?

-Se vuoi perdere una scommessa con un gruppo di mutanti, puoi anche guidare tu il gruppo. Conosco bene Fort Knox.

-Perché, l’hai già svuotato ? – mi stava chiaramente prendendo in giro. Approfittando del fatto che era distratto riuscii ad afferrarlo per il costume senza che si spostasse a super-velocità, e gli parlai faccia a faccia.

-Quando si tratta di stronzate da super-criminali puoi fare come ti pare, Sanders. Ma nelle rapine ho molta più esperienza di te, e riguardo Fort Knox in particolare.

Gli bastò spostare le mani velocemente per liberarsi dalla presa.

-Va bene, visto che sei un esperto in materia, puoi anche provarci per una volta.

-Molto gentile.

-Piantala di fare il misterioso su questa storia dell’esperienza e racconta tutto, Freeman.

-La banda di mio padre ha provato a rapinare Fort Knox, anni fa. Li hanno presi.

-Tuo padre era un criminale ?

-Sì – risposi controvoglia – Sono stato da quelle parti un paio di volte ed ho studiato il deposito. Non c’è modo di entrare… a meno che non si abbiano dei poteri come i nostri.

-Pensi che ce la faremo, allora ?

-Forse. Ma di sicuro metteremo al loro posto quei mutanti.

 

Quella sera, in un altro bar malfamato meno noto, Blob sta occupando metà dello spazio del bancone.

-Da bere per tutti, barista !

-Già, ho voglia di festeggiare !! Sono guarito dal Legacy [3] e da domani saremo ricchi sfondati ! Chissà come mai non abbiamo mai pensato di fare una rapina del genere, Blob…

-Avevamo cose più importanti da fare, Pyro. Faremo vedere a quei perdenti cosa siamo in grado di fare !

-Sempre che il colpo riesca.

Era stata Fatale a parlare; sedeva di fianco a Pyro, le gambe incrociate ed uno sguardo scettico.

-Avete una vaga idea di cosa stiamo parlando ? Qui non si tratta di buttar giù qualche muro.

-Che vuoi dire ?

-Nessuno ha mai rubato un solo grammo d’oro da Fort Knox. Non ti dice niente, questo ?

-Non ci aveva mai provato nessun mutante.

-Ne sei sicuro ? Ci sono mutanti da anni, ormai.

-Qual è il problema, Fatale ? Non puoi teleportarci là ?

-Posso portarvi davanti al deposito, ma non dentro. E’ impossibile.

-Allora perché avete accettato ? – Turbine si avvicinò al bancone – Non eravate obbligati a farlo.

-Senti chi parla !! Sei stato tu a volerti intromettere. Che ci fai tu qui ?

-Non ho mai lavorato con altri mutanti…e c’è una fortuna in ballo, per quanto siano poche le probabilità di farcela.

-Senti un po’, Turbine…credevo di conoscere tutti i mutanti del giro. Com’è che non ho mai sentito parlare di te ?

-Non ho mai avuto a che fare con gli X-Men o altri del genere. Mi sono scontrato quasi esclusivamente con i Vendicatori.

-Quando avremo finito voglio presentarti a Sinistro, Turbine. Scommetto che gli farà piacere poter sostituire Riptide…

-Grazie, ma non mi interessa fare come voi.

-Cosa vuoi dire ?

-Non ho intenzione di isolarmi dal mondo per stare con i miei “simili”.

-Siamo mutanti, Turbine…dobbiamo restare uniti.

-Sono un mutante, è vero. E allora ? Perché dovrei combattere altri mutanti o unirmi a una squadra mutante ? I neri mica lavorano solo con i neri ! “Dobbiamo restare uniti”…che stronzata ! Dovrebbe fregarmene qualcosa di voi solo perché siamo della stessa razza ? Quanto siete ipocriti !!!

Blob cercò di colpirlo, ma Turbine si spostò velocissimamente di un paio di metri, alzando abbastanza vento da sbilanciare Pyro.

-E’ colpa di imbecilli come voi se non posso dire in giro che sono un mutante. Vogliamo lavorare insieme ? Benissimo. Prendiamo i soldi e ce li dividiamo, ma una volta finito una stretta di mano e addio.

-Fai un po’ come ti pare. Un altro giro, barista…

 

La mattina dopo, poco lontano dal Bar With No Name, il gruppo non-mutante si radunò in borghese (a parte Rhino, che non potendo togliersi il suo costume, si limitò a coprirsi con un impermeabile…che non serviva a molto, data la sua stazza).

-Sei sicuro di potercela fare, Freeman ?

-Credo di sì. Da qui a Louisville sono quasi mille chilometri, ma ci sono già stato. Da quanto ho capito, la luce influisce negativamente sui miei poteri; ma qui siamo all’ombra e a Louisville il sole sarà mattina tra quindici minuti. A questa distanza un portale è fuori discussione, quindi proverò a teleportarmi di persona. Ma dobbiamo essere in contatto perché riesca a portare anche voi.

Hydro-Man e Speed Demon appoggiarono una mano alle spalle di Rhino, mentre Freeman gli mise una mano sul petto.

-Uh…non corro nessun rischio, io ? – domandò Rhino.

-Sei invulnerabile o no ?

-Credo di sì.

-Allora si va.

Gli occhi di Freeman divennero completamente neri, strinse i denti e per un secondo nessuno vide niente di niente: solo oscurità, in tutte le direzioni. Gli occhi ci misero qualche attimo per riabituarsi alla luce, anche se non ce n’era molta. Erano arrivati.

-Ce l’abbiamo fatta ! Bel lavoro, Switch. Che hai adesso ?

Freeman era in ginocchio e si teneva una mano sul petto, i denti ancora più stretti di prima del teletrasporto.

-Che mi è saltato in testa…cristo, sembra sia sul punto di scoppiare…

-Pensi di poterti riprendere ?

-Che ne so ? Non mi è mai successo prima. Dovrò riposarmi per un po’, prima di portarvi al deposito. Troviamo un posto dove nasconderci…e che sia all’ombra…

 

Laboratorio A.I.M, turno di mattina. RK-1786, come si fa chiamare adesso il dottor Becket, è alla sua terza tazza di caffè.

-Ancora non riesco a capire. Abbiamo inserito tutti i dati che abbiamo su Switch ed abbiamo seguito alla lettera le procedure. Come accidenti fa quel portale dimensionale a non rispondere !?

-C’è solo una risposta. Nel tuo esperimento è entrato un fattore sconosciuto.

-Impossibile. Tutto è andato come previsto, NK-354. E ti ricordo che sei solo un assistente.

-Sappiamo che i passaggi dimensionali sono imprevedibili. Riusciamo a controllarli, ma non li capiamo fino in fondo.

-Bah. A questo punto, tanto varrebbe portarlo qui direttamente.

-E come faremmo le necessarie modifiche al portale ? Guardi questi valori; non sono sufficienti per quello che dobbiamo fare.

Osservarono uno degli schermi che rilevava continuamente i dati del portale dimensionale con cui è stato fuso Switch. All’improvviso ebbero un picco, restarono oltre i limiti registrabili per una decina di secondi per poi tornare normali.

-E questo…cosa significa !?

-Si è appena teleportato, ma non abbiamo mai ricevuto questi valori.

-Lo sai cosa significa, vero ?

-Che il portale si sta destabilizzando senza interventi esterni.

-E quindi, che siamo pronti per l’esperimento. Avviserò i superiori…dobbiamo portarlo qui da noi.

 

Nel pomeriggio. Gold Vault Road, a circa 30 miglia sud-ovest di Louisville. Un’installazione militare del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. Di fianco all’installazione, una volta alta due piani, 30x30 metri. Strano posto per una scommessa.

-Signori…ecco a voi Fort Knox – disse Freeman passando il binocolo ai suoi compagni di squadra.

-Dentro quella volta ci sono più di quattromilacinquecento tonnellate d’oro. Ne sono uscite solo quantità minime per testarne la purezza. Se ne sta lì, immobile e protetto come niente al mondo.

-Freeman, questa è roba seria… non avremo puntato…ecco…un tantino in alto !?

-Calma, Morrie. Non ho intenzione di fare irruzione.

-Allora che siamo qui a fare ?

-Ad aspettare gli altri. Lasceremo che siano loro a provarci.

-E come sai che non ci riusciranno ?

Freeman sorrise.

-Perché è impossibile.

-Posso buttare giù quel muro.

-No non potresti, Rhino. La volta è a prova di bombardamento; 39 metri cubici di granito, 60 di granito, più di 1400 tonnellate d’acciaio – stava recitando a memoria…quante volte l’aveva sentito, quando era piccolo ? – E tutto questo prima che scoprissero l’adamantio ed il vibranio…La porta d’entrata pesa oltre 20 tonnellate e nessuno al mondo ha la combinazione completa per entrarci.

-Sai molte cose di questo posto.

-Te l’ho detto, è una cosa di famiglia.

-Quindi non entreremo con la forza. Non posso trasformarmi in vapore acqueo ed entrare ?

-E’ totalmente impermeabile. Ed anche se entrassi, ci sono i migliori sistemi d’allarme e di difesa…e tutto questo risale a decine di anni fa. Chissà quanto avranno perfezionato le misure di sicurezza.

-Non hai ancora risposto, Freeman…se è impossibile, che ci stiamo a fare qui ?

-Aspettiamo che gli altri arrivino, facciano fuori tutte le guardie e cerchino di entrare. Scommetto che i sistemi d’allarme si occuperanno di loro che cercano di entrare, piuttosto che di noi che ci troveremo dentro.

-Vuoi teleportarti dentro ?

-Ci ho provato non appena siamo arrivati, ma non ci riesco. Avranno messo qualche dispositivo per impedire il teletrasporto. Ma tra il corridoio che circonda la volta ed il muro esterno dell’edificio ci sono degli uffici; credo di potermi teleportare lì. Da lì conto sui vostri poteri per procedere.

-Ma non hai detto che è impossibile entrare nella volta ?

-No. E’ impossibile rubare qualcosa dalla volta.

 

Quasi un’ora dopo, Fatale teleportò la squadra proprio davanti all’installazione. Non era stato semplice portarli lì (specialmente data la stazza di Blob), aveva dovuto fare un gran numero di teletrasporti in un raggio limitato.

Abbattere il muro di cinta fu uno scherzo per Blob, mentre Pyro creò un enorme mostro di fiamme per distrarre le guardie.

Turbine iniziò a roteare su se stesso, migliaia di giri al secondi, diventando una sorta di microscopico ciclone verde. Si mosse in lungo e in largo per tutta l’installazione, usando le sue lame per distruggere i fucili ed i pugni per mettere KO le guardie.

La battaglia durò più di mezz’ora: i soldati erano numerosi, ed equipaggiati con armi quasi da fantascienza. Ovviamente era stato preso in considerazione un attacco da parte di super-criminali, ma erano del tutto impreparati ad un attacco così rapido e disorganizzato…paradossalmente, se si fossero organizzati sarebbe stato più facile fermarli subito.

-E’ il nostro turno – Freeman indossò la maschera di Switch e creò un portale abbastanza grande da far passare il gruppo.

Speed Demon fece piazza pulita del personale e delle due o tre guardie rimaste in meno di trenta secondi.

-Okay, siamo dentro. E adesso ?

-Adesso si improvvisa. C’è un impianto energetico d’emergenza; Rhino, se ti mando là credi di poterlo fare a pezzi ?

Il rinoceronte annuì. Switch estrasse un piccolo foglio che aveva l’aria di essere molto vecchio, controllò la posizione dell’impianto e creò un portale davanti a Rhino.

-Credi che il bestione ce la farà ?

-Staremo a vedere. Ora…tra quegli imbecilli là fuori e Rhino al generatore, abbiamo carta bianca qui dentro.

-Conosci un passaggio per entrare nella volta ?

-No e credo che non esista nemmeno. Però qui possiamo trovare qualche informazione che possa esserci utile. Puoi controllare a super-velocità ?

 

Pyro fu costretto a ritirarsi, dopo che un colpo fortunato gli distrusse il lanciafiamme…e senza quello, non aveva fuoco da manipolare. Fatale lo portò il più lontano possibile. Blob si avvicinò alla volta ed iniziò a colpirla, senza alcun risultato. Tentò di sollevare la porta, che per lui era quasi leggera, senza risultati. I proiettili ed i raggi continuavano a rimbalzare contro il suo grasso, ma dopo un certo punto iniziò a provare dolore. Stavano fallendo, era chiaro.

Turbine e Fatale entrarono nell’edificio, in cerca di un passaggio, proprio mentre Speed Demon stava controllando a super-velocità tutti i documenti ed i computer degli uffici.

Hydro-Man fu il primo a vederli, trasfomando le braccia in getti d’acqua e dirigendoli contro Turbine, nella speranza di fargli perdere l’equilibrio. Ma l’equilibrio non è un problema quando sei nato per roteare a velocità assurde, e Turbine lo colpì facendolo esplodere in un forma d’acqua, che finì da tutte le parti.

Fatale si teleportava di continuo intorno a Switch, cercando di confonderlo. Ma non aveva previsto una cosa: gli uffici erano all’ombra. Switch la colpì in faccia, sapendo esattamente la sua posizione. Per il fisico mutante di Fatale era uno scherzo, ma fu sufficiente a farle perdere la concentrazione e a dare il tempo a Speed Demon di darle qualche migliaio di calci. Spedire Turbine in un portale fu la cosa più semplice del mondo.

-Ho trovato qualcosa di interessante, Freeman…dati su come funziona l’inibitore del teletrasporto.

-Adoro questo lavoro…

 

-Blob se ne sta andando – disse Hydro-Man mentre si ricomponeva – qualunque cosa abbiate in mente, sarà meglio metterla in pratica subito.

-Non capisco niente di questa roba, ma c’è scritto che l’apparecchio ha un ciclo di funzionamento di un millesimo di secondo circa.

-Il che significa che se riesco ad entrare, ho un millesimo di secondo per uscire ?

-Può darsi. Non lo so. Ma se ci vuoi provare, non ci resta molto tempo.

-Rhino ha distrutto il generatore ed i mutanti hanno tagliato la corrente. La volta sarà al buio.

-E allora ?

-Posso farcela. Mi teletrasporto dentro, tocco un lingotto e mi teleporto fuori.

-E come farai a sapere dove si trovano i lingotti, in così poco tempo ?

-Fidati, posso.

Fece un ampio respiro e mise le mani davanti a sé, come per toccare qualcosa. Se il deposito era all’ombra, poteva teleportarsi proprio davanti all’oro. O almeno, c’era la possibilità che fosse in grado…questo suo “senso d’ombra” era molto strano. Fece un lungo respiro e si teleportò. Tornò così in fretta che solo Speed Demon fu in grado di notare lo spostamento. Non aveva niente in mano.

-Non ha funzionato !

-No…ho toccato l’oro, ma non sono riuscito a portarlo fuori. Forse c’è un altro dispositivo di sicurezza…che non hanno descritto nei documenti che tengono qui…

-Le guardie stanno per arrivare, Switch !

Ci volle un po’ per teleportare via i suoi compagni e Fatale, per poi trovare Rhino e teleportare anche lui.

 

Mezz’ora dopo, in un parco di una cittadina vicina, i due gruppi si erano radunati ancora.

-Avete perso, Blob. Ammettilo: i super-criminali mutanti non valgono niente.

-Neanche voi siete riusciti a rubare l’oro !

-No, ma io sono entrato nel deposito e toccato l’oro. Non sono riuscito a rubarlo, ma ho fatto molto di più di quanto non siate riusciti a fare voi.

-La scommessa non è valida, Switch…nessuno ha vinto. E poi io sono un’assassina, non una ladra… questa prova era ininfluente, per me; ho accettato solo per motivi miei.

-Una scusa bella e buona. Voi mutanti tirate sempre fuori dei “motivi”, per nascondere la vostra incapacità.

-Vogliamo vedere chi è il migliore ? Combattiamo !!!

-D’accordo.

Speed Demon fu il primo a reagire, scattando verso Pyro; Turbine iniziò a girare su se stesso, ne intercettò la traiettoria e lo fece cadere a terra. Rhino corse verso Blob: forza irresistibile contro oggetto inamovibile, cioè non successe niente.

Pyro, che aveva riparato il lanciafiamme nel frattempo, lanciò una vampata di fuoco contro Hydro-Man; credette di averlo fatto evaporare, invece era solo un’altra trasformazione. Il vapore acqueo si trasformò ancora in acqua e poi in ghiaccio, che imprigionò completamente Pyro.

Rhino colpì ancora Blob con il suo corno, che rimase imprigionato nel grasso del mutante.

-Ah ! Blob è inamovibile, lo sanno tutti !

-Rhino, alza la testa ! – urlò Switch, unico a non avere un nemico visto che Fatale non si stava muovendo. Rhino sollevò la testa, ed il corno si conficcò ancora di più dentro Blob, rischiando di strappargli l’intestino se avesse continuato così. Blob urlò di dolore e cercò di indietreggiare, ma era ancora tenuto fermo dal corno. Rhino gli diede un pugno con tutta la forza che aveva, togliendo il corno; il mutante volò per quasi dieci metri.

Turbine anticipò la traiettoria di Speed Demon, e lo tempestò di pugni prima di scagliarlo a terra.

Nel parco, Switch e Fatale si fissavano. Blob era a terra, Rhino si guardava in giro cercando di capire cosa fare, Hydro-Man si scioglieva per liberare Pyro, e Turbine perdeva velocità fino a fermarsi, sopra lo svenuto Speed Demon.

 

-Allora ? Dichiariamo chiusa la scommessa ?

-Sì. Non ha mai avuto molto senso, del resto. Basta guardare cosa è appena successo. Blob e Pyro sono a terra, ma Turbine ha vinto ed io non ho voluto combattere. I mutanti sono troppo diversi tra loro per essere giudicati come un tutt’uno.

-Per essere un’assassina mutante non sei per niente male, Fatale. Capisco Blob, ma perché tu hai accettato ?

-Per lo stesso motivo di Turbine, suppongo…per vedere come erano i nostri simili.

-E allora ? Chi è migliore, i super-criminali mutanti o i non-mutanti ?

-Forse entrambi e nessuno dei due. Parlando di gruppi, però, ci avete stracciato. Ti basta come risposta ?

-Sì.

Fatale e Switch si strinsero la mano, prima che lei scomparisse.

-Gli sbirri non tarderanno ad arrivare, con il casino che abbiamo fatto…scapperò anche io.

-Volevo chiederti una cosa, Turbine…non avevi un altro costume, prima ? [4] Perché sei tornato al classico ?

-E’ più leggero, mi dà più velocità. E poi l’altro…non ero io. Almeno…secondo il mio psicanalista.

 

Quella sera, al Bar With No Name, il gruppo festeggiò alla grande.

-Dopo questa, Freeman, anche Hammer sentirà parlare di noi ! Ci chiederà di tornare indietro !

-Forse. O forse no.

-Ehi, siamo entrati a Fort Knox !

-Ma non l’abbiamo derubato. Abbiamo ancora un po’ di strada da fare.

“Avevo quei poteri da meno di un anno, eppure ero già passato dalle rapine in banca al toccare l’oro di Fort Knox. Tutto questo senza neanche capirli appieno. Sapevo che avrei fatto molta strada… tutti avrebbero sentito parlare di me”.

 

Laboratori A I M. La camera di interfaccia con l’alieno con cui stavano contrattando illuminava la stanza, con le mille tonalità dell’energia cosmica. [5]

-Hai sentito parlare di Switch ultimamente, RK-1786 ?

-L’avete rintracciato, CJ-198 ?

-Secondo le nostre fonti, insieme ad altri sette criminali ha cercato di rapinare Fort Knox.

-Hhhmmm…è parecchio lontano da New York. Dev’essere stato un teletrasporto di quella portata a destabilizzare il portale.

-Siamo pronti per mettere in atto l’esperimento ?

-Ora sì. Basterà portarlo qui ed usare le nostre macchine…può essere usato come un passaggio per il nostro cliente.

-Perfetto. Non c’è bisogno di attirare l’attenzione…verrà qui di sua spontanea volontà.

-Lo trovo difficile.

-Lasci a noi questi particolari e si concentri sull’esperimento, RK-1786.

L’agente AIM si allontanò, lasciando Becket a sistemare gli ultimi preparativi. La creatura si avvicinò al portale, che ne mascherava ancora le fattezze.

-Avete ritardato molto. Secondo i patti dovevate liberarmi tempo fa.

-Ci sono stati molti contrattempi…cerchi di capire.

-Non importa. Tutto ciò che desidero da anni è arrivare nella vostra dimensione…devo vendicarmi. Non c’è niente nel vostro mondo che possa fermarmi.

-Posso sapere cosa vuol fare, una volta avuto libero accesso ?

-Voglio rinvigorire i miei domini. Voglio vendicarmi ed uccidere.

-Perché ?

-Perché è questo che io sono. La morte che avanza.

-Capisco. Ora se vuole scusarmi, ho ancora alcuni dettagli da definire…

 

 

 

Note

Episodio importante per la serie, sia per Fort Knox (lo rivedremo, statene certi), per gli accenni alla famiglia di Freeman (che continueranno, statene certi) e per il tema dei mutanti, isolazionisti o meno. Sia chiaro, a scanso di equivoci, che non ho niente contro i personaggi mutanti…statene certi. Casomai, contro chi pensa che la Marvel si limiti a loro e soprattutto agli scrittori che attuano una chiusura delle testate mutanti e di quelle non-mutanti, rendendole “mondi chiusi” a se stanti…anche se per fortuna le cose stanno cambiando.

Nel prossimo numero inizia (finalmente ?) la risoluzione della sottotrama dell’AIM, che chiuderà il primo ciclo della serie.

Speed Demon e Hydro-Man ci lasceranno per un po’, lasciando spazio a qualche comprimario fisso.

Per finire, ci tengo a precisare che tutte le informazioni che ho dato su Fort Knox sono vere (tranne gli inibitori del teletrasporto, ovviamente).

 

 

[1] in Vendicatori (Marvel IT)

 

[2] nel #2

 

[3] leggete Gli Incredibili X-Men (Marvel IT) per i retroscena

 

[4] Switch si riferisce al costume che Turbine aveva nella “Rinascita degli Eroi” e che si è portato dietro anche dopo

 

[5] Non vediamo il misterioso (per ora) alieno in combutta con l’AIM dal #4.